ASIA/INDIA - Preghiera natalizia per i perseguitati dell’Orissa

lunedì, 12 dicembre 2011

Bhubaneswar (Agenzia Fides) – Nel nuovo insediamento cristiano di Anandnagar, nel distretto di Kandhamal – teatro dei massacri anti cristiani del 2008 – i fedeli cristiani hanno pregato e celebrato la speranza, in attesa del Natale. Ad Anandnagar si trovano i cristiani reinsediati dopo essere stati scacciati dai loro villaggi natii, nell’area di Tikabali, nel distretto di Kandhamal. Come riferito a Fides dalla Chiesa locale, circa 800 persone provenienti da quasi 450 famiglie cristiane, vittime della violenza, si sono riunite l'8 dicembre, festa dell'Immacolata Concezione per un raduno prenatalizio di “preghiera e di speranza”. Fratel K.J. Markose, missionario monfortano che vive a Kandhamal, informa che è stato un incontro pacifico, caratterizzato da un clima di accoglienza e di festa, preparato dalle religiose delle Missionarie della Carità (MC), insieme con gli abitanti del villaggio. Le suore hanno anche informato la polizia e le autorità civili, e questo ha garantito un tranquillo svolgimento del raduno. L’assemblea ha ascoltato una catechesi sul senso del Natale e ha partecipato a un incontro di preghiera animato da don Sisirkant Sabhanayak, Parroco della parrocchia Madre di Dio, nelle vicinanze di Tikabali. All’incontro ha partecipato anche Sajan K George, presidente del “Global Council of Indian Christians”, che ha avuto parole di incoraggiamento verso i fedeli, e si è concluso con un momento di fraterna convivialità.
Nei giorni scorsi Sua Ecc. Mons. John Barwa, SVD, Arcivescovo di Cuttack-Bhubaneswar, ha inviato una Lettera pastorale alla diocesi, in vista del Natale, esortando i fedeli a essere “araldi di un messaggio di speranza”, nonostante le sofferenze del passato e del presente. Il distretto di Kandhamal, che occupa una parte centrale dell'Arcidiocesi, è stato epicentro della violenza anticristiana del 2008: oltre 100 furono i morti, più di 6.000 case sono state bruciate in 400 villaggi, nonchè 296 chiese e piccoli luoghi di culto cristiani. Più di 56.000 cittadini cristiani sono divenuti ‘sfollati interni’, circa 30.000 vivono ancora nei campi profughi allestiti dal governo. Circa 1.000 sono stati avvertiti o minacciati dai loro vicini: potranno tornare a casa solo se diventeranno indù. Il resto dei profughi ha preferito lasciare, per la paura, il distretto di Kandhamal: infatti non hanno alcuna possibilità di sostentamento a Kandhamal, dove sono anche vittime di un ‘veto’ e di discriminazione a livello economico e sociale. (PA) (Agenzia Fides 12/12/2011)


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