ASIA/PAKISTAN - Coniugi cristiani malmenati dalla polizia, con false accuse

lunedì, 5 dicembre 2011

Abbottabad (Agenzia Fides) – Accusati di un crimine che non hanno commesso, due coniugi cristiani sono stati arrestati e picchiati selvaggiamente dalla polizia per tre giorni, per il loro rifiuto a confessare. E’ l’ennesimo caso di violenza anticristiana e discriminazione, anche nelle istituzioni e negli apparati statali, che fonti locali raccontano all’Agenzia Fides.
Salma Emmanuel, incinta, è ora ricoverata in terapia intensiva, in condizioni critiche, e il nascituro è sotto minaccia di aborto. I medici del Benazir Shaheed Hospital di Abbottabad (nel nord del Pakistan) stanno facendo tutti gli sforzi per salvare lei e il feto. Sul suo corpo portava segni di violenza grave, ma la polizia nega di averla torturata. Anche il marito, Rashid Emmanuel, presenta evidenti segni di lesioni e percosse. Dopo l’intervento di alcune leader cristiani, il vice ispettore generale Naeem Khan, ha ordinato un'inchiesta interna.
La signora Emmanuel è accusata di aver rubato gioielli nella casa di una ricca signora musulmana, Ghazala Riaz, dove lavorava come domestica. La signora Riaz ha denunciato un furto di beni del valore di 900.000 rupie (circa 8mila euro) e ha accusato gli unici servitori cristiani. I due coniugi sono stati arrestati senza prove, e la polizia ha anche perquisito la loro abitazione. Dopo tre giorni di fermo e di pestaggi, i due – che hanno tre figli fra i 12 e i 5 anni – sono stati rilasciati su cauzione, costretti a ricorrere alle cure ospdeliere. Rashid, che lavorava come tecnico tv, e Salma hanno entrambi perso il lavoro e ora vivono in una situazione di enorme disagio. “Il mio pensiero va a tutti coloro che sono accusati ingiustamente” ha detto Salma da un letto di ospedale. “La fede in Dio non ci ha mai abbandonato in questa prova. Crediamo che la giustizia divina prevarrà”. (PA) (Agenzia Fides 5/12/2011)


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