Dehradun (Agenzia Fides) – L’India è il quarto paese al mondo più a rischio per il genere femminile, dopo Afghanistan, Congo e Pakistan, e la pratica diffusa dell’aborto selettivo dei feti di sesso femminile rende ancora più difficile la situazione. Dall’ultimo censimento provvisorio del 2011, nello stato himalayano di Uttarakhand, dove il rapporto tra maschi e femmine tra 0 e 6 anni è sceso a 886 ragazze per 1.000 ragazzi, un movimento molto attivo della società civile si sta attivando contro quello che è definito “feticidio femminile”. Le cifre registrate a Uttarakhand sono molto peggiori della media nazionale scesa a 914 ragazze per 1000 ragazzi, da 927 per 1000 nel censimento del 2001. Quell’anno i demografi hanno dichiarato sei milioni di ‘ragazze scomparse’ in India, ora sono 7,1 milioni, su una popolazione totale di 1.21 miliardi di persone.
“Ad alimentare questo tragico fenomeno hanno contribuito la tecnologia e l’alfabetizzazione, oltre alla mancanza di principi etici nella professione medica” si legge in una nota della Shri Bhuvaneshwari Mahila Ashram (SBMA), una ong di Dehradun che tutela i diritti delle donne. In particolare si accusa il proliferare in tutto lo Stato di test prenatali e di strumentazioni ultrasuono economiche per conoscere il sesso del nascituro. Tradizionalmente una famiglia con più uomini è considerata forte e i figli maschi vengono ritenuti un bene attivo. Da tre anni la SBMA ha promosso una campagna atta a consapevolizzare la gente con un programma chiamato Kopal. Insieme ad altre ong, la SBMA si è concentrata sugli effetti fisici e psicologici negativi sulle donne che si sottopongono all’aborto dei feti femminili. Quelle che vengono definite “ragazze scomparse” sono vere e proprie vittime di omicidi femminili. Il Kopal prevede la mobilizzazione di gruppi giovanili per sensibilizzare i coetanei e gli adulti sul ruolo vitale che hanno le donne in qualsiasi comunità equilibrata. Tra le attività promosse tanti forum, come il ‘Mountain Children’s Forums’, che offre a ragazzi e ragazze l’opportunità di discutere e confrontarsi, o incontri in cui si enfatizza il contributo delle ragazze nelle famiglie rurali che è superiore a quello apportato dai maschi. (AP) (23/9/2011 Agenzia Fides)