ASIA/INDIA - Cristiani e chiese “schedate”: si teme un’ondata di violenza di gruppi estremisti indù

martedì, 23 agosto 2011

Bangalore (Agenzia Fides) - Proprio mentre in Orissa ci si prepara a celebrare l'anniversario dei massacri anticristiani del 2008 (vedi Fides 22 e 23/8/2011), in un altro stato dell'India, il Karnataka, la comunità dei fedeli lancia a Fides l’allarme per un nuovo possibile piano di “pulizia etnica di massa” ai danni delle comunità cristiane. La polizia locale, infatti, ha organizzato una sorta di “censimento mirato” dei cristiani e delle chiese che, secondo i fedeli locali, è una vera e propria “schedatura di massa”. L’operazione, nota a Fides il” Global Council of Indian Christians” (GCIC), non è solo di carattere amministrativo, “ma è chiaramente un tentativo di implementare l’agenda nascosta del Sangh Parivar”, l’ombrello di organizzazioni radicali indù responsabili anche degli attacchi in Orissa. “E’ una chiara violazione dei diritti fondamentali dei cristiani nel paese, di praticare e predicare liberamente la loro religione, come è garantito dalla Costituzione”, afferma il GCIC. Il Karnataka è uno stato della federazione indiana governato dal partito nazionalista “Baratiya Janata Party” (BJP), fiancheggiatore e alleato dei movimenti estremisti.
L’iniziativa è partita dalla polizia locale ed è già avviata nel distretto di Chikmagalur. Ai parroci e ai pastori delle chiese è stata consegnata una scheda in cui si chiede di indicare: il nome della chiesa e la sua esatta ubicazione; gli edifici e le proprietà e il nome e il numero di telefono delle persone che ne risultano titolari; i conti correnti bancari; dettagli sulla frequenza dei fedeli e giorni e orari delle celebrazioni. Una serie di notizie che ricordano il sospetto “censimento dei cristiani”, condotto in Madhya Pradesh (vedi Fides 15/4/2011), stato anch’esso governato dal BJP, che ha suscitato le vivaci proteste dei cristiani locali.
In Karnataka continuano a verificarsi episodi di violenza anticristiana: nelle ultime settimane, per due domeniche di seguito, le liturgie di alcune comunità cristiane pentecostali sono state interrotte, i pastori insultati e malmenati, le chiese saccheggiate. E come, atto di intimidazione verso i fedeli, i radicali indù presentano false denunce di conversioni forzate operate dai cristiani, generando odio e nuova violenza. Lo stato, dove su 52,8 milioni di abitanti, vivono circa un milione di cristiani, è già noto per l’ondata di violenza anticristiana del 2008, che registrarono 113 attacchi in 29 distretti. E negli ultimi due anni, secondo fonti di Fides, si sono verificati in Karnataka altri 138 episodi di violenze anticristiane. Per denunciare pubblicamente tali fatti e ristabilire una verità che si voleva negare, le Ong cristiane hanno incaricato il giudice Michael Saldanha di redigere un dettagliato Rapporto, dopo una inchiesta sul campo (vedi Fides 24/2/2011) . L’ondata di violenza fu guidata dai gruppi fondamentalisti indù, coperti dal governo centrale del Karnataka. “In Karnataka – notano fonti di Fides – gli estremisti indù hanno un immenso potere: sono al governo, sono infiltrati nel sistema giudiziario, nella burocrazia e nella polizia. Per i cristiani è impossibile avere giustizia”. (PA) (Agenzia Fides 23/8/2011)


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