Kingston (Agenzia Fides) - Si sono conclusi i lavori della “International Ecumenical Peace Convocation” (vedi Agenzia Fides 14/5/2011; 24/5/2011) con il fermo proposito da parte di tutti i partecipanti di continuare il cammino intrapreso e di portare nelle rispettive case e comunità religiose di tutto il mondo, testimonianze e storie che dimostrino che la guerra è un atto illegale e che la pace è la pietra miliare per tutte le tradizioni religiose. Nel messaggio conclusivo, redatto dall’apposito Comitato composto da sette membri e presieduto dal Vescovo Ivan Abrahams della Chiesa Metodista dell’Africa meridionale, diffuso dal Consiglio Mondiale delle Chiese (WCC), si legge: “Insieme ai partecipanti di altre confessioni religiose, abbiamo riconosciuto che la pace rappresenta un valore centrale per tutte le religioni, e che la promessa della pace si estende a tutte le persone, indipendentemente da tradizioni e compromessi. Attraverso l’intensificazione del dialogo interreligioso dobbiamo raggiungere un punto di convergenza per tutte le religioni del mondo”.
Tutta l’assemblea ha riconosciuto che ogni Chiesa e ogni religione hanno punti di vista diversi del cammino verso la pace ma, ha aggiunto il Vescovo Abrahams, “di fatto sono strettamente collegati, e anche nella nostra diversità possiamo esprimerci con una sola voce”. “Questo messaggio è per noi, per le nostre Chiese e per le organizzazioni collegate con le Chiese, oltre che per il mondo martoriato che Dio tanto ama”. Nel messaggio si riconoscono anche le nostre mancanze verso il cammino di pace: “Siamo consapevoli che i cristiani sono stati spesso complici di sistemi di violenza, ingiustizia, militarismo, razzismo, intolleranza e discriminazione, per motivi di casta o per altri motivi. Chiediamo perdono a Dio, e chiediamogli di trasformarci in sostenitori della pace giusta”.
“Siamo chiamati a dare un’unica testimonianza - ha dichiarato il Segretario generale del WCC, Olav Fykse Tveit, rivolgendosi agli oltre 1.000 partecipanti -. Il cammino verso la pace giusta ci ha uniti”. “Il lavoro inizia adesso - ha affermato il Prof. Fernando Enns, moderatore del Comitato preparatorio dell’Incontro -. Stiamo iniziando a capire le possibilità che abbiamo quando realmente ci rispettiamo gli uni gli altri. La Chiesa non deve fare altro che parlare agli emarginati, proprio perché è lì che essa vive”. (AP) (27/5/2011 Agenzia Fides)