ASIA/MYANMAR - L’Europa rinnova le sanzioni; una Ong chiede un’inchiesta “per crimini contro l’umanità”

mercoledì, 13 aprile 2011

Lussemburgo (Agenzia Fides) – L’Unione Europea (UE) ha rinnovato le sanzioni economiche contro il Myanmar per ulteriori dodici mesi: è la decisione assunta dal vertice dei Ministri degli Esteri della UE, riuniti ieri, 12 aprile, a Lussemburgo. L’Unione ha anche lanciato un appello per “la fine dell’impunità sulle violazioni dei diritti umani nel paese”, per il rilascio dei detenuti politici, per lo sviluppo sociale della popolazione. Notando la necessità di adottare misure restrittive verso il paese, i vertici della UE hanno incoraggiato una reale transizione democratica, il passaggio del governo dai militari ai civili, e nuove politiche sociali.
La decisione giunge dopo che, il 30 marzo scorso, è stato ufficialmente formato in Myanmar un nuovo governo in cui, oltre a 26 leader militari, vi sono 4 civili. Il passaggio è avvenuto dopo le elezioni del novembre 2010, segnate, secondo gli osservatori, da violenze, minacce e arresti. I difensori dei diritti umani affermano però che “i cambiamenti avvenuti nel paese sono solo di facciata e la persecuzione degli oppositori politici e delle minoranze etniche continua”.
Per questo l’Ong di ispirazione cristiana “Christian Solidarity Worldwide” (CSW), con sede a Londra, chiede, in una nota inviata a Fides, una “Commissione di inchiesta internazionale sui crimini contro l’umanità commessi in Myanmar”. CSW, da anni attiva con progetti per le minoranze e i profughi birmani, ricorda che tale proposta fu già lanciata da Tomas Ojea Quintana, Inviato speciale dell’Onu per i Diritti umani in Myanmar. L’Inviato Onu parlò di “sistematiche violazioni dei diritti umani”, perpetrate “dalle autorità governative, militari e dal potere giudiziario”, soprattutto a danno dei dissidenti politici e delle minoranze etniche. (PA) (Agenzia Fides 13/4/2011)


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