Città del Vaticano (Fides) – “La missione era tutto per Mons.Zago. Nel periodo in cui si discuteva molto sull’essenza della missione e sull’identità del missionario, per lui la Missione, quella con la maiuscola, quella unica cosa che egli cercava nella vita, consisteva nella cooperazione al disegno salvifico di Gesù Cristo, anzi, era la continuazione della missione redentiva di Cristo stesso, come l’ha delineata e voluta il Salvatore”. Sono le parole pronunciate dal Card. Jozef Tomko, Prefetto emerito della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, durante la Concelebrazione Eucaristica che ha presieduto nel pomeriggio del 10 marzo presso la cappella del Pontificio Collegio Urbano, a dieci anni dalla morte di Sua Ecc. Mons. Marcello Zago, Segretario della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli dal 1998 al 2001 (vedi Fides 9/3/2011).
Il Card. Tomko ha così ricordato il momento in cui presentò Mons. Zago, eletto Segretario del Dicastero Missionario, al personale religioso e laico: “Il nuovo Segretario ha manifestato la sua piena disponibilità a seguire solo la volontà di Dio ed a servire totalmente la missione nella breve risposta al saluto del Prefetto quando ha detto, tra l’altro: ‘Nella mia vita non ho mai chiesto nulla, se non la missione, e non ho mai rifiutato nulla’. Quando abbiamo aperto, tre anni dopo, il suo testamento, abbiamo trovato la stessa frase. Chiaramente, questa era una massima spirituale che lo guidava durante tutta la sua esistenza. Volontà di Dio e missione”.
Mons. Zago entrò con pieno zelo nel lavoro del Dicastero, “affrontando le problematiche sempre diverse, da quelle dottrinali, universitarie, organizzative, amministrative a quelle diocesane, di nomine episcopali ed altre, di animazione a tutti i livelli, per non parlare di relazioni interdicasteriali, di conferenze e articoli, di interviste e attività promozionali, di viaggi estenuanti e pieni di impegni pastorali che richiedevano una buona preparazione, e lasciavano nel frattempo crescere le cartelle in ufficio e facevano portare il nuovo lavoro al ritorno”.
“Il segreto di tutta la sua personalità e attività così feconda – ha concluso l’omelia il Cardinale - lo ha svelato lui stesso nel testamento: ‘Per me ci sono tre cose importanti: Gesù Cristo, la Chiesa, la missione’. Oggi siamo sicuri che egli sta compiendo la promessa fatta nel testamento: ‘Ora affido l’istituzione (di Propaganda Fide) e ciascuno di voi al Signore, sperando di continuare ad essere anch’io fra gli intercessori dell’opera missionaria nel mondo’.” (SL) (Agenzia Fides 14/03/2011)