Multan (Agenzia Fides) – “E’ stata un grave perdita, ma noi cristiani in Pakistan vogliamo trasformare la morte di Shahbaz Batti in un profezia di Resurrezione. Siamo nel dolore, ma nutriamo una grande speranza: Bhatti ha dato la vita per la sua fede, non è una esperienza nuova per la Chiesa, e sappiamo questo suo sacrificio porterà copiosi frutti per tutti noi”: è quanto dice all’Agenzia Fides Sua Ecc. Mons. Mons. Andrew Francis, Vescovo di Multan (in Punjab) e Presidente della Commissione Episcopale per il Dialogo Interreligioso in Pakistan.
Mons. Francis rimarca a Fides l’eredità di Bhatti, che i cristiani pakistani sono pronti a raccogliere: “E’ stato un uomo che ha vissuto per promuovere i valori del Vangelo, come compassione, unità, cura degli emarginati. Da qui riparte il nostro impegno. Siamo chiamati a essere compassionevoli con tutti gli uomini, senza distinzioni di fede, razza, cultura, soprattutto nei momenti di necessità (come è avvenuto per le recenti alluvioni), per dare un segno di fratellanza”.
Un altro aspetto importante, dice il Vescovo, è quello del dialogo: “E’ nostro compito, nel rispetto della memoria di Bhatti, continuare a promuovere instancabilmente il dialogo come strumento per conoscere e apprezzare l’altro e costruire la pace. In Pakistan ciò si esprime soprattutto nel dialogo islamo-cristiano. A questo siamo chiamati, per dare un messaggio alla nazione, per costruire l’armonia e l’unità della popolazione pakistana”.
Il terzo punto che il Vescovo sottolinea è “il richiamo forte alla libertà di religione, di parola e di coscienza. Bhatti si ispirava alle parole del Santo Padre, aveva ricevuto la benedizione personale del Santo Padre e aveva ben presente l’importanza di questi valori. Noi continueremo e promuoverli a tutti i livelli”.
“Bhatti – conclude il Vescovo – ci insegna infine che con il governo e le autorità civili si può e si deve avere una collaborazione proficua, per il bene comune della nazione. Guardare alla vita di Bhatti ci infonderà maggiore coraggio, maggiore impegno, una più viva fedeltà al Vangelo, al Papa e alla Chiesa”. (PA) (Agenzia Fides 5/3/2011)