ASIA/INDONESIA - Chiese presidiate dopo gli attacchi, i cristiani sono impauriti

mercoledì, 9 febbraio 2011

Giacarta (Agenzia Fides) – Agenti della polizia indonesiana presidiano le chiese cristiane per scoraggiare altre violenze, all’indomani degli attacchi di Temanggung (nell’arcidiocesi di Semarang, in Giava centrale) (vedi Fides 8/2/2010), comunicano fonti di Fides in Indonesia, esprimendo “forti preoccupazioni e timori nella comunità cristiana a Semarang, a Giacarta, ma anche in altre città dell’arcipelago”.
Un uomo, sospettato di essere fra i registi delle violenze, è stato arrestato, ma non è stata resa nota la sua identità e la sua eventuale appartenenza a un’organizzazione. Intanto il gruppo militante Islamic Defender Front (FPI) ha negato di essere coinvolto nei disordini.
Il Presidente della Commissione per il Dialogo interreligioso della Conferenza Episcopale dell’Indonesia, Mons. Petrus Canisius Mandagi, ha dichiarato che “le minoranze religiose sono state lasciate senza alcuna protezione dallo stato, chiedendo “un’ azione decisa” per fermare le violenze e invitando i fedeli cristiani e non cadere nella spirale della vendetta ma a perdonare.
Il Presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono, criticato per l’inazione delle forze dell’ordine, ha ordinato ai capi regionali della polizia e dell’esercito di porre in atto un piano di prevenzione. Il presidente si è impegnato pubblicamente a difendere la liberà di religione.
Alcuni gruppi che difendono i diritti umani, intanto, chiedono le dimissioni del Ministro per gli Affari Religiosi, Suryadharma Ali, accusato di giustificare le violenze, di avere ostacolato il progetto di revisione della vecchia legge sulla blasfemia (del 1965) e di avere emesso nel 2008 un decreto restrittivo verso la “Ahmadiyah”, legittimando le violenze contro il gruppo, considerato “eretico”. (PA) (Agenzia Fides 9/2/2011)


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