ASIA/INDIA - I Vescovi: sì all’ergastolo, no alla pena capitale per l’assassino di un missionario

lunedì, 24 gennaio 2011

New Delhi (Agenzia Fides) – I Vescovi indiani accettano e accolgono con rispetto la decisione della Corte Suprema di commutare in ergastolo la condanna a morte comminata a Dara Singh, l’uomo colpevole di aver arso vivo il missionario australiano Graham Steines e i suoi due figli in Orissa, nel 1999. In un comunicato inviato all’Agenzia Fides, la Conferenza Episcopale afferma: “La Chiesa ha sempre tenuto una posizione chiara sulla pena di morte, in quanto crede fermamente nella possibilità del pentimento e del cambiamento di vita. Anche nel caso di Dara Singh, la Chiesa vuole dare l’’opportunità di cambiare la sua vita, anche se ha commesso un crimine odioso. La Chiesa pensa a custodire e promuovere la vita, piuttosto che a toglierla, e per questo dà molta attenzione ai valori del perdono e della riconciliazione”.
I Vescovi ribadiscono che la Corte ha rifiutato l’istanza di cancellare del tutto i reati ascritti all’uomo, confermando la condanna per tutti coloro che aderiscono a forze estremiste che tendono a dividere il paese e a turbare l’armonia sociale. Inoltre la Chiesa esprime la sua perplessità per la parte conclusiva del giudizio, in cui la Corte deplora “l’uso della forza o della provocazione per interferire nel credo di qualcuno”. “Parlando di conversioni forzate – nota il comunicato dei Vescovi – si può dare l’impressione che sia proprio il problema della conversione religiosa il fattore scatenante del crimine commesso”: fatto, questo, che i Vescovi smentiscono categoricamente. La Chiesa, notano, “ha sempre asserito che non crede e che non sostiene alcun tentativo di conversione forzata, e che lo considera come un insulto alla dignità della persona”.
Il testo ricorda che la conversione è una scelta che avviene nel profondo dell’animo umano, grazie all’incontro con Dio, e che “la stessa Costituzione indiana garantisce la piena libertà di coscienza e di religione”, principi che la Chiesa ha sempre rispettato pienamente. (PA) (Agenzia Fides 24/1/2011)


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