Karachi (Agenzia Fides) – “La ricostruzione post-alluvioni è cominciata ma sono circa 20mila le famiglie cristiane sfollate del tutto abbandonate dal governo. La discriminazione va avanti. Solo le Chiese cristiane e alcune Ong di ispirazione cristiana si occupano di loro”: lo denuncia all’Agenzia Fides p. Mario Rodrigues, Direttore delle Pontificie Opere Missionarie in Pakistan.
“Terminate le inondazioni,– spiega il sacerdote – il paese vive oggi la difficile fase della ricostruzione. Vi sono grandi difficoltà, perchè i fondi a disposizione del governo non sono sufficienti (vedi Fides 29/10/2010). D’altro canto, si continua a gestire l’emergenza, a distribuire il cibo e a lottare contro le deteriorate condizioni sanitarie, segnate dalla pericolosa presenza di malattie come la dengue e il colera”. Ma, secondo un copione ormai consueto nella società pakistana, “in tale fase i cristiani sono negletti ed emarginati, sono gli ultimi della lista. Non sono degnati di attenzione dal governo né dalle autorità provinciali. Per questo oggi la Chiesa si sta concentrando sull’assistenza alle famiglie cristiane, altrimenti destinate alla miseria più nera, con rischi per la loro stessa sopravvivenza”, spiega p. Rodrigues.
“I profughi cristiani sono sparsi in tutto il paese: soprattutto nelle province di Sindh, Punjab e alcuni anche in quella settentrionale di Khyber Pakhtunkhwa (ex Frontiera di Nordovest). La situazione peggiore si registra in Punjab, dove le autorità governative sono ostili ai cristiani e non sembrano avere nessuna intenzione di aiutarli”.
Ricostruire una casa costa circa 200mila rupie (circa 20mila dollari) e per questo la Caritas Pakistan lancia un appello ai donatori in tutto il mondo per raccogliere contributi sufficienti a ricostruire le case per 20mia famiglie cristiane. Oltre alle case, poi, ci sono le terre da bonificare e da liberare dal fango, condizioni indispensabili per utilizzarle nuovamente per l’agricoltura.
Le iniziative del governo come la “tessera del profugo” stanno annegando in una prassi di corruzione e mala amministrazione, generando malcontento (vedi Fides 8/11/2010 e 12/10/2010). P. Mario, facendosi interprete delle migliaia di profughi cristiani, conclude: “Il governo pakistano è attento solo alle esigenze dei ricchi possidenti e non si occupa delle masse di poveri e diseredati, che hanno perso tutto. E, in mezzo a costoro, i cristiani sono i più poveri fra i poveri”. (PA) (Agenzia Fides 11/11/2010)