ASIA/INDIA - “La Voce della Vita”, il giornale cattolico richiesto anche nei lebbrosari

venerdì, 8 ottobre 2010

Cochin (Agenzia Fides) – “La lezione essenziale da imparare per i media cattolici è quella di essere sempre attenti a professionalità, coerenza e continuità”: lo dice all’Agenzia Fides Ignatius Gonsalves, Direttore del settimanale cattolico “Jeevanaadam”(“La Voce della Vita”), edito dalle Chiesa cattolica nello stato indiano del Kerala (India meridionale). In Kerala la comunità cattolica registra una presenza consistente, rispetto al resto del contesto indiano: è infatti intorno al 20% della popolazione. E’ dunque una comunità forte, dinamica, presente, significativa che oggi ha in Jeevanaadam una voce equilibrata, credibile e stimata, grazie al lavoro di Gonsalves, affermato giornalista cattolico indiano.
Il Direttore racconta a Fides: “I mass media sono importanti in quanto sono la voce e lo specchio della Chiesa di un dato territorio. In Kerala c’erano in passato 5 giornali cattolici, due dei quali nati oltre 100 anni fa. Ma, negli ultimi 25 anni, tutti hanno dovuto chiudere per problemi interni, difficoltà finanziarie, mancanza di lettori. E’ stato un momento di crisi. Una testata è stata perfino comprata da un gruppo comunista. Le comunità indù, musulmana, pentecostale, avevano i propri giornali, ma la Chiesa aveva perso la sua voce. Così i Vescovi latini e siro-malabaresi del Kerala hanno deciso di dare una svolta: 5 anni fa mi hanno chiamato per dare vita a Jeevanaadam. Io, che lavoravo in un giornale laico, ho accettato la sfida ponendo due condizioni: assoluta fiducia, indipendenza, e continuità di lavoro per almeno 5 anni”.
La sfida è stata vinta brillantemente: “Oggi abbiamo l’edizione in malayalam (lingua locale), hindi e inglese. Riceviamo l’apprezzamento dei fedeli, ma anche attestati di stima da mass media e intellettuali non cattolici. Guadagniamo lettori. Quando abbiamo pubblicato la storia di p. Damian de Veuster, l’apostolo dei lebbrosi, anche la comunità di un lebbrosario ci ha chiesto copia del giornale”.
Gonsalves nota l’urgenza del coinvolgimento del laicato: “Il laici hanno una missione e uno specifico compito nella società: qui si inserisce anche l’impegno nei mass-media. In un giornale non cattolico, ho potuto dare spazio a storie che, senza toccare direttamente la fede, ne declinavano valori come la famiglia, l’amore, il perdono, la solidarietà. Fra le difficoltà che incontro oggi a lavorare nella stampa cattolica, c’è quella di essere in qualche modo etichettato”.
“La stampa cattolica – nota – è ancora in troppi casi sinonimo di scarsa professionalità e tutta la Chiesa ne risente. Fra i difetti, quello di non considerare i destinatari e il feedback del proprio lavoro. O cambiare in continuazione leader e impostazione di un giornale; prestare poca attenzione all’amministrazione”.
Gonsalves conclude: “I laici impegnati nella comunicazione, devono combattere questi vizi e insistere sui tre principi di professionalità, coerenza e continuità, in modo da garantire una informazione di qualità, che va a beneficio della Chiesa tutta”. (PA) (Agenzia Fides 8/10/2010)


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