Karachi (Agenzia Fides) – Magdalene Ashraf, 22enne cattolica, studentessa di infermeria, è stata violentata il 13 luglio scorso da un medico musulmano e si trova in condizioni critiche per ferite alla testa e alle gambe dopo un volo dalla finestra del “Jinnah Postgraduate Medical Centre”, ospedale di Karachi dove studiava. La polizia ha arrestato il medico e sta cercando di capire se la giovane sia saltata fuori dalla finestra o se sia stata spinta. Secondo fonti di Fides a Karachi, la comunità cattolica è scioccata, e gruppi della società civile, incluse organizzazioni cattoliche e musulmane, hanno manifestato nei giorni scorsi davanti all’ospedale, protestando per la violenza sulle donne nel paese.
“Siamo con la famiglia di Magdalene, le saremo accanto per ogni esigenza e sostegno a livello legale e in qualsiasi altro modo modo”, dice all’Agenzia Fides Saleh Diego, responsabile della “Commissione Giustizia e Pace” della diocesi di Karachi. “La famiglia ha paura di nuove violenze e teme per il suo futuro”, confida. “Questo caso riporta in primo piano la questione dei diritti e della dignità della donna in Pakistan. La Chiesa cattolica fa del suo meglio per promuoverne la dignità, l’istruzione e difenderne le libertà fondamentali”, rimarca a Fides il sacerdote.
La violenza sulle donne in Pakistan è un tema caro alla rete “AASHA”, acronimo per “Alliance Against Sexual Harassment” (Alleanza contro la violenza sessuale) e parola che in lingua urdu significa “speranza”. AASHA è una lega di Ong pakistane o internazionali presenti nel paese, che da oltre 10 anni porta avanti la battaglia per la difesa delle donne. Rukhsana Shama di “Action Aid - Pakistan, una delle Ong di AASHA, spiega all’Agenzia Fides: “La violenza contro le donne è molto diffusa ed è uno dei problemi più gravi della società pakistana. Esistono diverse forme di violenza, da quella sessuale a quella domestica, fino alla violenza che impedisce alle donne di accedere all’istruzione. La situazione è particolarmente grave nella provincia del Punjab dove al trazioni culturali e sociali restrittive verso il sesso femminile si uniscono pratiche legate al fondamentalismo religioso che schiavizzano le donne”.
Il governo del Presidente Ali Zardari ha approvato a marzo 2010 una legge, nota come “Documento per la protezione e contro la violenza sulle donne nei luoghi di lavoro”. “E’ un passo avanti ma non basta”, nota Shama “La legge dev’essere messa in atto, per un cambiamento reale. A monte esiste il problema del ruolo subalterno della dona nella società, che viola i suoi diritti e la sia dignità: questa è la radice di ogni violenza” (PA) (Agenzia Fides 17/7/2010)