Roma (Agenzia Fides)- Tre Stati africani (uno però in attesa di essere riconosciuto dalla comunità internazionale) al voto tra il 26 e il 28 giugno.
Oggi, 26 giugno, nel Somaliland, la parte nord della Somalia proclamatasi indipendente nel 1991, ma non ancora riconosciuta internazionalmente, si vota per eleggere il Presidente. Il Somaliland, rispetto al resto della Somalia, è un territorio relativamente stabile che si è dotato di istituzioni democratiche. Gli elettori sono 1,6 milioni distribuiti su mille seggi. Il Presidente uscente ahir Riyale Kahin, si confronta con altri due candidati. In campagna elettorale tutti gli sfidanti hanno promesso di adoperarsi, se eletti, per ottenere il riconoscimento del Paese da parte della comunità internazionale.
Nella Repubblica di Guinea, domenica 27 giugno si vota per il per il turno delle elezioni presidenziali. Il 18 luglio si terrà l’eventuale secondo turno. “Le comunità religiose del Paese stanno operando e pregando perché le elezioni si svolgano nella pace” dice a Fides una fonte della Chiesa locale. “Ieri si è tenuta nella principale moschea di Conarky, una preghiera per pace, mentre questa sera i cattolici pregheranno nella cattedrale della capitale per la pacificazione nazionale”.
Questi due momenti di preghiera rientrano in un progetto promosso da tre gruppi cattolici. Il Catholic Relief Services, la Commissione “Giustizia e Pace” della Chiesa guineana e la Comunità di Sant’Egidio hanno lanciato un appello e offerto un aiuto concreto ai leader religiosi cristiani e musulmani, al fine “di rendere visibili una serie di messaggi e di azioni congiunte volte a promuovere la cultura della pace e del rispetto reciproco” si legge in un messaggio inviato all’Agenzia Fides.
Tra le iniziative vi sono: un messaggio alla radio dei leader religiosi che fa appello alla responsabilità di ciascuno, chiedendo il rispetto della vita umana e la condanna della violenza; l’affissione di manifesti con le immagini di un leader musulmano (Iman) e di uno cristiano (Vescovo), insieme a bambini di etnie differenti e la parola “Pace” in evidenza.
In Burundi, infine, il 28 giugno si vota per le elezioni Presidenziali. L’unico candidato è il Presidente uscente, Pierre Nkurunziza, perché l’opposizione ha ritirato i propri candidati per protestare per i brogli, a suo dire, commessi nelle elezioni comunali del 24 maggio. I Vescovi burundesi hanno invitato i rappresentati politici a rispettare i risultati delle elezioni e a impegnarsi a proseguire il processo elettorale nella calma e nel rispetto delle regole democratiche (vedi Fides 21/6/2010). Una serie di attentati, che hanno provocato alcuni morti e feriti, ha alzato la tensione nel Paese. (L.M.) )(Agenzia Fides 26/6/2010)