Lahore (Agenzia Fides) – I cristiani in Pakistan esprimono piena solidarietà alle comunità dei credenti sikh e condannano con forza le aggressioni dei talebani, ribadendo l’urgenza di difendere i diritti delle minoranze religiose in Pakistan.
Come l’Agenzia Fides apprende da Nadeem Anthony, un cristiano che opera nella “Commissione per i Diritti Umani in Pakistan”, nei giorni scorsi nelle aree tribali ai confini con l’Afghanistan, dove i talebani spadroneggiano, due fedeli sikh sono stati minacciati, sequestrati e poi decapitati, dato che le loro famiglie, di poveri agricoltori, non erano state in grado di pagare il riscatto richiesto.
L’episodio ha generato proteste della comunità sikh in diverse città del Pakistan, giungendo all’attenzione delle autorità civili e dei gruppi attivi per la difesa dei diritti umani.
“Le minoranze religiose come sikh, cristiani e indù sono costantemente sotto la pressione e le minacce dei talebani, soprattutto nelle aree tribali Chiediamo al governo centrale di adottare misure urgenti per proteggere le minoranze”, ha dichiarato a Fides Nadeem Anthony.
La maggioranza delle popolazioni cristiane, sikh e indù che vivevano nelle aree tribali al confine afgano, soprattutto nella zona della valle di Swat, sono fuggite per le atrocità e la ferocia dei talebani. Poche famiglie sono rimaste coraggiosamente e subiscono le vessazioni dei musulmani integralisti. I talebani impongono la conversione all’islam o il pagamento della jizia, la tassa islamica imposta alle minoranze non musulmane. Quanti si rifiutano o non possono pagarla, rischiano la vita.
Fra i militanti più feroci vi sono gli appartenenti al gruppo “Terhek-e-Taliban” , definito dagli osservatori la fazione più pericolosa e violenta dei talebani pakistani, responsabile di attacchi suicidi che dal 2007 hanno ucciso più di 3.000 persone.
I sikh sono un piccola comunità in Pakistan, ma con una presenza secolare in aree come il Punjab e la Provincia della Frontiera di Nord Ovest. (PA) (Agenzia Fides 25/02/2010 righe 28 parole 289)