Giakarta (Agenzia Fides) – Resta il favorito nelle elezioni presidenziali indonesiane, previste oggi, 8 luglio, il presidente uscente Susilo Bambang Yudhoyono. Il voto è particolarmente significativo nel paese musulmano più popoloso al mondo, in quanto ricorre a dieci anni dallo sbocciare del sistema democratico in Indonesia: nel 1999, infatti, dopo la caduta del dittatore Suharto, i cittadini indonesiani parteciparono per la prima volta a un'elezione democratica, con suffragio universale.
A fronteggiare Yudhoyono nella corsa a capo della nazione, di durata quinquennale, vi sono altri due candidati: Megawati Sukarnoputri (già presidente nel triennio 2001-2004), figlia di Sukarno, primo presidente dell'Indonesia indipendente; l'attuale vicepresidente Yusuf Kalla, che non è riuscito a raggiungere un accordo con lo stesso Yudhoyono e ha deciso di correre da solo.
Sono chiamati alle urne 171 milioni di cittadini, che solo pochi mesi fa hanno votato per il rinnovo del Parlamento, confermando la fiducia al Partito democratico (Pd) di Yudhoyono, che allora ha ottenuto oltre il 20,8% dei consensi e dunque la maggioranza relativa nell’assemblea legislativa.
Yudhoyono, ex generale di 59 anni, è dato in vantaggio da tutti i sondaggi. La sua popolarità non è stata scalfita nemmeno da uno scandalo che ha lambito la sua famiglia: un suo parente, Aulia Pohan, ex presidente della Banca centrale, è stato condannato per corruzione poche settimane fa, proprio mentre il presidente, nella sua campagna elettorale, metteva la lotta alla corruzione in cima al suo programma riformista.
La carta vincente di Yudhoyono è quella di presentarsi come leader moderato e moderno, capace di conseguire buoni risultati in economia (il paese che ha resistito bene alla crisi economica, e il PIL è cresciuto del 4,4% nel primo trimestre 2009), abile a negoziare con i partiti islamici (lo appoggia una larga coalizione che comprende i principali partiti confessionali), alleato con i “poteri forti” del paese (con lui il vice presidente sarà il vice governatore della Banca centrale, Boediono).
Poche le chances per Megawati Sukarnoputri e per Yousuf Kalla, candidato dello storico partito Golkar. I due candidati hanno vinto di recente una battaglia giudiziaria, quando la Corte costituzionale ha stabilito che anche i cittadini non registrati nelle liste elettorali avranno la possibilità di votare, purchè muniti di un documento di identità valido. Kalla e Megawati avevano lamentato l’esclusione di migliaia di sostenitori dalle liste elettorali, paventando il rischio di un voto falsato.
Una settimana fa la Chiesa cattolica indonesiana ha lanciato una “campagna di studio e approfondimento”, per esaminare i programmi elaborati da ciascun candidato. I Vescovi indonesiani hanno invitato i fedeli a esercitare un “sano discernimento”, valutando la carriera politica dei tre leader e premiando chi persegue davvero il “bene comune” del paese. (PA) (Agenzia Fides 8/7/2009 righe 31 parole 312)