EUROPA/ITALIA - “Si può vivere così ?”: presentata la nuova edizione del libro di mons. Luigi Giussani

venerdì, 16 maggio 2008

Roma (Agenzia Fides) - La prima edizione è del 1994, ma il volume lancia un messaggio attuale e nuovo. “Si può vivere così? Uno strano approccio all’esistenza cristiana” (Rizzoli editore), volume di mons. Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione, è una specie di ‘romanzo’: si compone, infatti, dei dialoghi durante gli incontri svoltisi nell’arco di un anno, che don Giussani ebbe con un gruppo di circa cento giovani decisi ad impegnare la propria vita in una dedizione totale a Dio, chiamata “verginità”: i Memores Domini, associazione ecclesiale, riconosciuta dalla Santa Sede, vivono la loro vocazione come laici, nell’ambiente in cui si trovano.
Don Julian Carron, successore di don Giussani alla sua morte e Presidente della Fraternità di CL, è intervenuto alla presentazione del libro spiegando la proposta che vi è contenuta: “Un libro che è più di un libro, perché contiene dentro l’esperienza di una vita e una proposta che si rivolge a tutti noi”. Perché è interessante un libro i cui protagonisti hanno fatto una scelta così radicale? Don Giussani parla di un imprevisto, di una novità che ridesta l’io dal torpore e dal nichilismo. “Giussani ha una preoccupazione con quei ragazzi, che capiscano, perché altrimenti non potranno stare su quella strada. E per aiutarli a capire, fa con loro un percorso umano, propone un percorso umano, dove loro possano vedere la ragionevolezza di quella scelta”.
La ragionevolezza della fede è talmente interessante da poter riguardare tutti. I primi discepoli di Gesù non hanno potuto evitare di cercarlo il giorno dopo, e il giorno dopo ancora, e la loro convivenza con quell’uomo straordinario, ha fatto sorgere in loro una curiosità, una domanda sulla sua natura: “Chi è costui?”. Il Cristianesimo è iniziato così. ”La fede - dice don Carron - è il riconoscimento del Mistero presente in quella realtà umana unica e affascinante, che li porta a dire ‘Non abbiamo visto mai una cosa simile’ in continuazione”. Da questo riconoscimento scaturisce un cammino di verifica: il primo test che la fede migliora la vita è la libertà. Ci si sente liberi, quando si è soddisfatto un desiderio, e il cuore dell’uomo desidera l’infinito. La libertà, perciò, è il rapporto con questo Infinito, con questo Mistero, che non è ignoto, ma presente.
Come per i discepoli, una presenza così eccezionale non si può non seguire: nasce allora l’obbedienza, che è seguire la scoperta di sé, operata da un Altro, la speranza che è “l’espandersi della sicurezza della fede, nel futuro” ha proseguito don Carron, la povertà, fondata sulla certezza che Dio compie tutto, la letizia che rende contenti e liberi, perché non manca più nulla di ciò di cui abbiamo bisogno; la fiducia, che a Colui che rende possibile questa esperienza ci si può sempre affidare, e la carità, forma suprema dell’amore senza calcolo. Per questo percorso di pienezza è ragionevole dare tutta la vita a Dio, è ragionevole il sacrificio, come dice don Giussani, alla fine del libro, della scelta fatta: la vita dell’io consiste nell’affermare un Altro. Il volume è stato tradotto in sette lingue e sono oltre 150 le presentazioni che si stanno svolgendo in Italia e nel mondo. Quest’anno il libro è testo di riferimento della “Scuola di comunità”, la catechesi di quanti seguono il Movimento di CL. (P.C.) (Agenzia Fides 16/5/2008; righe 35, parole 543)


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