AFRICA - Relazione di “Manos Unidas” sul continente africano, che nonostante le sue enormi ricchezze naturali e le grandi possibilità è ancora il continente più povero del pianeta

sabato, 27 maggio 2006

Madrid (Agenzia Fides) - L'Ong cattolica spagnola ‘Manos Unidas’ ha pubblicato un documento basato sull'ultima relazione del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (PNUD), in cui vengono riportati una serie di dati riguardanti il continente africano. La pubblicazione è stata realizzata in occasione della Giornata dell'Africa. L’Africa, con 53 paesi più i territori del Sahara ed una popolazione di 936 milioni di abitanti, è il continente più povero del mondo nonostante le sue enormi ricchezze naturali, la sua storia e le sue enormi possibilità turistiche.
Circa 315 milioni di africani vivono nella povertà e, proseguendo a questo ritmo, tale cifra potrebbe raggiungere 400 milioni nei prossimi dieci anni. Inoltre 460 milioni di persone hanno difficoltà per alimentarsi: tra loro 50 milioni soffrono la fame e, secondo dati UNICEF, più di 16 milioni corrono il rischio di perdere la vita in paesi come Etiopia, Kenya, Gibuti o Somalia, se non ricevono aiuti urgenti. Circa 300 milioni di africani, la maggioranza di quanti vivono nelle zone rurali, non hanno accesso all’acqua potabile, e circa 313 milioni ai servizi di base.
Le nefaste condizioni di vita e la necessità di trovare migliori opportunità professionali o personali, hanno portato ad emigrare oltre 3 milioni di africani, il 47% dei quali sono donne. E’ aumentato anche il numero dei minori vittime del traffico di persone. Più di 200.000 bambini sono utilizzati come soldati, prostitute o schiavi domestici. Molti sono vittime dei conflitti armati che sono ancora attivi nel continente.
Alcuni conflitti, ufficialmente finiti tempo fa come in Somalia o Costa d’Avorio, continuano a provocare vittime ogni anno. Più di 3 milioni di persone sono rimaste vittime, in diversi modi, del conflitto del Darfur (Sudan), mentre la guerra nella Repubblica Democratica del Congo è stata il conflitto con il maggior numero di morti degli ultimi decenni, con 4 milioni di vittime dirette o indirette, che equivalgono al 7% della popolazione del Paese.
Riguardo all'educazione, in Africa ci sono ancora 78 milioni di bambini senza scolarizzazione, la maggioranza sono bambine. Inoltre il tasso di abbandono della scuola primaria, dove ci sono generalmente più di 50 bambini per insegnante, è intorno al 49%. L'abbandono scolare si deve, tra le altre cause, al lavoro infantile. In effetti nell’Africa Subsahariana il tasso di bambini occupati in attività economiche (bambini lavoratori) è del 26%.
Un altro grande problema è quello sanitario: solamente nell’Africa Subsahariana ci sono 28,5 milioni di infettati dal virus HIV/AIDS, di essi il 60% sono donne. La pandemia dell'AIDS, la povertà, le guerre e la fame, hanno fatto diminuire la speranza di vita a 40 anni. La malaria, da parte sua, provoca circa 310.000 morti annuali ed è la principale causa di morte di bambini minori di cinque anni. La malaria nelle donne gestanti è causa del decesso di molti bambini in età precoce, tra 75.000 e 200.000. Nonostante ciò, in Africa c'è soltanto 1 medico per ogni 15.000 abitanti.
“Manos Unidas” ripone grande speranza nel continente africano, nei suoi giovani e nelle sue donne, perciò nella campagna dell'anno 2005 sono stati approvati 327 progetti, (+18% rispetto al 2004) con un investimento di 14.398.985 Euro (+15% rispetto all'anno precedente). Di tutti i progetti 46 avevano come principali beneficiarie le donne nei quattro settori: agricolo, educativo, sanitario e sociale. (RG) (Agenzia Fides 27/5/2006; righe 38, parole 548)


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