Roma (Agenzia Fides) – Le PMC (Società Militari Private), come la Wagner russa, sono la forma più moderna e professionale delle formazioni mercenarie usate fin dall’antichità da Stati per rafforzare le proprie unità militari o per condurre vere e proprie guerre per procura senza impiegare direttamente i propri soldati.
Le moderna PMC in genere offrono ufficialmente “assistenza militare” agli Stati che ne richiedono i loro servigi, sotto forma di addestramento e supporto logistico, ma i loro operatori possono essere impegnati in combattimenti diretti a supporto del proprio cliente.
Storicamente la prima PMC moderna è nata in Gran Bretagna nel 1965, fondata dal colonello David Stirling, l’ufficiale scozzese che nel 1942 fondò lo Special Air Service (SAS), le forze speciali britanniche sulle quali sono state via via forgiate quasi tutte le formazioni analoghe del mondo non solo occidentale.
La WatchGuard International Ltd con quartiere generale a Londra venne registrata come società offshore nel paradiso fiscale dell’isola di Jersey. La modernità della creatura di Sterling era data dalla sua struttura come società regolarmente registrata che reclutava ex appartenenti al SAS ed alle altre formazioni di élite britanniche. Fino a quel momento chi intendeva avvalersi di mercenari creava delle strutture ad hoc, che venivano poi sciolte a missione compiuta, per reclutare non solo tra gli ex militari ma anche in ambienti legati alla malavita e all’estremismo politico. Si pensi agli “Affreux” dell’ex Congo Belga (l’attuale RDC).
WatchGuard vinse contratti per rafforzare e addestrare le forze di sicurezza di alcuni Stati del Golfo, spesso grazie al “suggerimento” offerto ai locali regnanti dai Servizi di Sua Maestà. Controverso è il suo coinvolgimento in un tentativo di rovesciare Gheddafi nei primi anni ’70, sventato con il contributo delle autorità italiane (e forse persino americane). Questa società è stata il modello per altre nate successivamente soprattutto nel mondo anglosassone, nelle quali queste entità formalmente private, agivano comunque con almeno il tacito consenso del proprio governo.
Il modello sulla quale si è ispirata la Wagner russa è però la sudafricana Executive Outcomes (EO), fondata nel 1989 da Eeben Barlow, un ex ufficiale delle forze speciali del Sudafrica dell’apartheid. La EO, che reclutava soprattutto tra gli ex membri delle unità d’élite sudafricane, aveva una peculiare struttura societaria perché questa PMC faceva parte di una holding più ampia che comprendeva pure società minerarie. EO infatti offriva i propri servizi a Paesi come Angola e Sierra Leone, in cambio di concessioni minerarie. Inoltre la EO si impegnava direttamente nei combattimenti utilizzando anche armamento pesante, elicotteri d’assalto compresi, mentre le aziende concorrenti in genere adottavano un profilo più basso. Grazie a queste risorse EO era indipendente dal governo sudafricano che comunque varò una legislazione che rendeva illegali le PMC, al punto che (anche su pressione statunitense) la EO venne sciolta nel 1998. La guerra in Iraq ha visto la partecipazione di diverse PMC, la più famosa delle quali è la Blackwater americana (ristrutturata e ridenominata più volte) che però si affiancavano ai reparti regolari angloamericani (oltre alle PMC in Iraq sono presenti molteplici compagnie private di sicurezza, PMS, per proteggere strutture e personale stranieri, anche di organizzazioni umanitarie).
La Wagner venne fondata dopo che al forum di San Pietroburgo del 2010 venne invitato il fondatore della EO, Barlow, per discutere con esponenti dello Stato maggiore di Mosca la possibile creazione di PMC russe, nonostante la legislazione locale ne vietasse la formazione. Comunque sia il modello EO si adatta alquanto bene per descrivere la Wagner. Fa parte di una holding più ampia che comprende società minerarie ed altre che conducono campagne di disinformazione, adotta formazioni militari dotate di armamento pesante e si impegna direttamente nei combattimenti. La differenza fondamentale rispetto ad EO è il rapporto con lo Stato russo, e in particolare con il servizio d’intelligence militare (GRU) nelle cui strutture le reclute della Wagner vengono addestrate. Inoltre per infoltire i propri ranghi alla Wagner è stata data la possibilità di reclutare detenuti nella carceri russe.
Il futuro della compagnia, dopo le note vicende di questi giorni, rimane al momento incerto. Se i suoi uomini impegnati nella guerra in Ucraina saranno presumibilmente incorporati nell’esercito russo, la Wagner conta ancora diverse migliaia di persone attive all’estero specie in Paesi africani, da dove può trarre risorse economiche grazie allo sfruttamento di alcune miniere di oro. In Stati come Mali, Burkina Faso, Centrafrica, la Wagner è stata funzionale alla strategia del Cremlino di scalzare le truppe francesi sostituendole con i propri mercenari, sostenendo regimi golpisti come quelli di Bamako e di Ouagadougou o governi come quello centrafricano che hanno contenziosi con Parigi. In Sudan infine la Wagner è accusata di appoggiare le Rapid Support Forces (RSF), nate come milizia paragovernativa e trasformatasi in un corpo armato dello Stato, dotate però di ampia autonomia operativa e finanziaria, dal commercio di oro all’appalto di propri miliziani per combattere in Yemen e in Libia. Un modello che ricorda quello della Wagner, anche perché le RSF hanno avviato un conflitto con l’esercito regolare che intendeva metterle sotto il loro controllo.
In contesti di crisi istituzionale degli Stati, il monopolio della forza loro appannaggio è ormai contestato non solo da organizzazioni guerrigliere o criminali ma pure da società militari private. (L.M.) (Agenzia Fides 28/6/2023)