Medellin (Agenzia Fides) - “Comunicatori, discepoli e missionari di Gesù Cristo, affinché i nostri popoli abbiano vita in Lui” è il titolo del documento finale emesso al termine del Primo Congresso della Televisione Cattolica Latinoamericana e dei Caraibi che si è celebrato dal 22 al 25 maggio, organizzato dal Dipartimento di Comunicazione del Consiglio Episcopale Latinoamericano (CELAM) e per iniziativa del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali (vedi Fides 22/5/2006).
I partecipanti dichiarano la necessità di fare della televisione “uno strumento che faciliti da una parte la conoscenza e l'incontro con la persona di Gesù e la sua proposta di vita, e dall'altra riesca a mettere in evidenza il dramma di uomini e donne concreti che lottano quotidianamente affinché i loro diritti essenziali siano rispettati, dando loro speranza e fede”. I comunicatori constatano tra l’altro: “la necessità di crescere nella capacità di costruire messaggi televisivi, con etica ed estetica, al servizio dell'umanità”, “la varietà dei punti di vista e delle prospettive pastorali con le quali ogni canale cerca di confrontarsi in rapporto al Messaggio della Buona Novella nella Chiesa e che permette di cercare l'unità in una sana pluralità”. Contemporaneamente affermano che “solo ai piedi del Maestro ed in un atteggiamento di discepoli potremo ascoltare il clamore del nostro paese e la voce del Signore”, e questa “deve essere l’esperienza che alimenti tutti i nostri sforzi creativi nel campo della televisione”. Affermano anche la necessità di realizzare “produzioni televisive belle e di qualità” che possano portare gli uomini alla ricerca di Dio ed all’impegno personale. Inoltre, continua il documento, la ricerca della verità deve essere per i comunicatori cattolici “un impegno ineludibile, un imperativo ed una missione”, ricerca che potrà realizzarsi solo attraverso “la preghiera, il dialogo ecumenico aperto e sincero ed in comunione ecclesiale”, e che inoltre “può portare gravi difficoltà che dobbiamo essere disposti ad assumere nella fedeltà, senza tentennamenti”.
Davanti a questa realtà, i comunicatori assumono diversi impegni al termine del Congresso, tra cui: coltivare la preghiera come principio e fonte dell'azione; costruire un ambiente di libertà che promuova l'identità di ogni emittente, canale o produzione della televisione cattolica; tenere gli occhi aperti sulla realtà senza perdere il nostro anelito all’impegno evangelizzatore; promuovere la formazione integrale dei comunicatori cattolici; dare vita ad alleanze strategiche tra produttori, canali e fornitori cattolici e commerciali; accettare la sfida della creatività alla quale invitano le nuove tecnologie ed a riconoscere l'importanza che i nostri mezzi siano competitivi per la qualità e la professionalità; costruire una rete di comunicazione, comunione e cooperazione; fare comunicazione mantenendo chiari i nostri principi ed obiettivi, senza soccombere davanti alle esigenze e pressioni degli sponsor; approfondire e riflettere su quello che significa essere comunicatori, discepoli e missionari di Gesù Cristo, “affinché i nostri popoli abbiano vita in Lui”. (RG) (Agenzia Fides 26/5/2006; righe 35, parole 467)