ASIA/MALAYSIA - Il Cardinale Tagle al “Grande Pellegrinaggio della Speranza”: c’è bisogno di più Re Magi e meno Erode

venerdì, 28 novembre 2025

Radio Veritas Asia

Penang (Agenzia Fides) – “In qualsiasi circostanza, continuiamo a raccontare la storia di Gesù all’Asia e al mondo. Non ci stancheremo mai di raccontare la Sua storia”.
E’ l’esortazione e l’augurio pieno di fiducia che il Cardinale Luis Antonio Gokim Tagle ha rivolto ai più di mille delegati provenienti da tutta l'Asia - compresi 10 Cardinali e 104 Vescovi - che in questi giorni partecipano al “Grande Pellegrinaggio della Speranza” in corso a Penang, in Malaysia.
Iniziato il 27 novembre, il “Grande Pellegrinaggio” è stato definito da Radio Veritas come “il più grande raduno sinodale” delle Chiese cattoliche asiatiche degli ultimi vent'anni.
Momento chiave della prima giornata è stato proprio l’intervento pronunciato dal Cardinale Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione (sezione per la prima Evangelizzazione e le nuove Chiese particolari). Una riflessione spirituale intessuta intorno al tema “Percorrere una strada diversa come pellegrini rinnovati della speranza”, e tutta giocata sul contrasto tra il “pellegrinaggio di speranza” compiuto dai Re Magi – i Sapienti d’Oriente che nel Vangelo secondo Matteo giungono a Betlemme seguendo la stella cometa per adorare Gesù Bambino – e il ”pellegrinaggio di disperazione” di Erode, il Re degli Giudei che è ossessionato dal misterioso altro “Re” bambino nato a Betlemme e desidera eliminarlo. Una “intricata confluenza – quella “tra la storia dei Magi e quella di Erode, all'interno della storia di Gesù” - riproposta dal Cardinale Tagle per richiamare la sorgente e la natura propria della speranza cristiana.

Virtù teologale

La speranza cristiana – ha ricordato il Cardinale - non è ottimismo, o “credere che le cose andranno bene”. Non è un pio desiderio, né una negazione delle difficoltà o una fuga dalle dalle prove della vita. La speranza cristiana è invece “una virtù teologale, infusa in noi dalla grazia di Dio e che ha Dio come oggetto. Il suo oggetto non è qualcosa, ma Qualcuno, Dio incarnato in Gesù Cristo”.
Il Pro-prefetto del Dicastero missionario ha citato anche il Catechismo della Chiesa Cattolica (paragrafo 1818), per ricordare che la virtù teologale della speranza infonde nei cuori il desiderio di felicità, sostiene le persone nelle prove, purifica da intenti egoistici la dedizione nella carità.
“Per diventare autentici pellegrini della speranza” ha aggiunto il Cardinale - dovremmo essere portatori della storia di Gesù. Attraverso il nostro linguaggio cristiano, le nostre azioni, le nostre relazioni e le nostre persone, diventiamo storie viventi di speranza in Gesù”.

Le “strada diverse” dei Re Magi e di Erode
I Re Magi, dopo aver adorato Gesù Bambino tornarono a casa seguendo un'altra strada, per non tornare a incontrare Erode. Ma fin dall’inizio del loro cammino avevano seguito avavano seguito la “via della speranza”, lontano dalla “via della disperazione” di Erode.
Per raggiungere il nuovo Re nato in Palestina, che volevano adorare. “Guardavano le stelle, al di là di se stessi, ascoltando l'eco, il sussurro di profeti a loro sconosciuti”.


Erode invece “Aveva il potere”. Il potere “gli dava peso” e per questo lo appesantiva, “rendendogli difficile muoversi. Non aveva bisogno di muoversi, ma faceva muovere gli altri”. Viveva e esercitava potere in una condizione “di stagnazione, di lenta corruzione verso la morte. Guardando solo a se stesso, divenne cieco alla creazione e sordo alle Scritture.
Il pellegrinaggio dei Magi includeva il riconoscimento della loro ignoranza e del loro limite. Richiedeva “umiltà” e l’apertura a “imparare dagli altri e di essere istruiti dagli altri”, perché “la vera saggezza non risiede in coloro che fingono di sapere già tutto”. Invece Erode era circondato da esperti che “conoscevano sicuramente la Legge e i Profeti”, ma “ciò che sapevano delle Scritture non li commuoveva”.
Anche oggi – ha sottolineato il Cardinale Tagle – occorre riconoscere la fortuna di “avere programmi di formazione in gestione pastorale, che inculcano trasparenza e responsabilità nell'amministrazione dei beni e delle proprietà. Ma spesso – ha aggiunto - mi chiedo se insegnino anche come gestire, da buoni amministratori, i molteplici doni dello Spirito Santo nelle nostre comunità. I doni vengono sprecati quando vengono ignorati e non sviluppati. Ma vengono sprecati anche quando non vengono utilizzati per lo scopo per cui sono stati dati dallo Spirito Santo”.

I Magi, attraverso la loro adorazione, “affermarono che Gesù era il dono di Dio a tutti i popoli”, rendendo testimonianza alle braccia aperte di Gesù, il “nuovo Re”che “accoglie tutti”.
Invece, l'ansia e la paura di Erode “crearono una comunità di cospiratori” che con la Strage degli Innocenti programmarono “la morte di neonati e bambini piccoli a Betlemme e nei villaggi circostanti”. Anche oggi, “nel nostro mondo contemporaneo” ha rimarcato il Pro-Prefetto del Dicastero missionario “la disperazione porta all'omicidio anche di persone innocenti, bambini, madri e villaggi”. E le persone senza speranza non sono gioiose. “Non diffondono gioia e non tollerano la gioia negli altri”.

“Più Magi e meno Erode”

Nella parte conclusiva del suo intervento, il Cardinale Tagle ha confidato un suggestivo aneddoto personale, ricordando un recente suo viaggio internazionale in cui si era smarrito nei meandri di un hotel mentre si stava recando a un importante incontro con il Capo dello Stato. L’increscioso imprevisto lo aveva portato a incontrare due lavoratrici immigrate dalle Filippine che lo avevano riconosciuto e gli avevano chiesto preghiere e benedizioni. “Mi sono reso conto” ha aggiunto il Cardinale Tagle “che non mi ero perso, e Gesù mi ha condotto su quella strada”.
Anche ai tempi della sua venuta al mondo – ha proseguito il Cardinale – è stato Gesù “a guidare i Magi a seguire una strada diversa” Lui stesso, il Figlio di Dio, ha aperto “una strada diversa da quella di Erode”, “si è svuotato di sé stesso per abbracciare la fragilità umana. È nato re come un bambino povero in una mangiatoia”. Alla fine della sua vita terrena, “Fu innalzato su una croce con l'accusa di essere un re impostore. Continua a vivere negli affamati, negli assetati, nei senzatetto, nei prigionieri, negli stranieri”.
“Abbiamo bisogno – ha concluso il Pro-Prefetto del Dicastero missionario, , rivolto a tutti i delegati delle Chiese dell’Asia - di più Magi, pellegrini che cercano, ascoltano, imparano e adorano. Abbiamo bisogno di meno Erode, intrappolati nella paura, nel potere e nella disperazione. Venite e unitevi al pellegrinaggio di Gesù”. (GV) (Agenzia Fides 28/11/2025)


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