Yaoundé (Agenzia Fides) – “La pressione fiscale sta strangolando il Paese” affermano i Vescovi del Camerun nel messaggio pubblicato al termine della loro Assemblea Plenaria, tenutasi a Buea, nel sud-ovest del Paese.
“Una delle cause del malessere dei camerunensi è senza dubbio la pressione fiscale, che aumenta di anno in anno, a discapito delle popolazioni più vulnerabili” sottolineano i Vescovi. “ Sembra che le tasse esistano solo per le cosiddette fasce vulnerabili della società, mentre i ricchi non ne sono affatto preoccupati. (...) Ci chiediamo se un Paese si costruisce solo attraverso la tassazione”.
Secondo il Documento di programmazione economica e di bilancio a medio termine 2025-2027, la pressione fiscale in Camerun è destinata ad aumentare passando dal 13,6% del PIL nel 2024, al 14% previsto nel 2025, quindi al 14,2% e al 14,4%, rispettivamente per il 2026 e il 2027.
Il prelievo fiscale dovrebbe essere finalizzato a finanziare programmi a favore della collettività, ma come ricordano i Vescovi, la corruzione fa sì che i soldi dei contribuenti finiscono nelle mani di funzionari corrotti.
Ciò si traduce nella pochezza delle opere pubbliche effettivamente realizzata e dei servizi erogati alla popolazione. “Come si spiega che il 2024 si sia concluso con solo 446 km di strade asfaltate e 228 km di strade migliorate!” si chiedono i Vescovi. “Se il bilancio votato ogni anno per le infrastrutture stradali fosse utilizzato giudiziosamente per questo scopo, il Camerun avrebbe smesso da tempo di soffrire così tanto per il problema delle strade dissestate”.
Lo stesso vale per le ricchezze naturali del Paese: “È riconosciuto che il Camerun è uno scandalo di benedizione, per la ricchezza delle sue foreste e delle sue acque, del suo suolo, del suo sottosuolo, ecc. D'altro canto, stiamo assistendo al saccheggio organizzato del nostro patrimonio economico. Pensiamo in particolare alla vendita e all'alienazione delle concessioni minerarie e agricole, attraverso accordi firmati qua e là, in modo molto discutibile".
Il messaggio si conclude comunque con una nota di speranza: “L'attuale situazione socioeconomica del nostro Paese, per quanto drammatica, non deve lasciarci scoraggiare. Perché Dio è con noi. E poiché lui è con noi, nulla sarà contro di noi. Vi esortiamo ad avere fiducia in un futuro più felice e prospero per il nostro Paese, basato su istituzioni sociali, economiche e politiche adeguate. Per raggiungere questo obiettivo, facciamo appello alla nostra responsabilità individuale e collettiva". (L.M.) (Agenzia Fides 15/1/2025)