AFRICA/NIGERIA - 100 anni del Bigard Memorial Seminary, l'Arcivescovo Nwachukwu ordina 40 nuovi diaconi

giovedì, 21 novembre 2024

Enugu (Agenzia Fides) – Festa grande nella città di Enugu, in Nigeria, dove in questi giorni si stanno celebrando i cento anni dalla fondazione del Bigard Memorial Seminary. La struttura, dove oggi studiano teologia e filosofia 780 seminaristi, prende il nome da Jeanne Bigard, una delle due fondatrici della Pontificia Opera di San Pietro Apostolo, l'Opera missionaria nata per sostenere la formazione di seminaristi e sacerdoti nelle Chiese locali in quelli che una volta erano le terre di missione, e ha aiutato anche il Bigards Seminary di radicarsi e svilupparsi nella zona di Enugu, continuando a fornire anche oggi un contributo rilevante alla formazione di nuovi sacerdoti nigeriani.

Nel corso di questi 100 anni di storia, nel Bigard Memorial Seminary sono stati formati 4 Cardinali, 14 Arcivescovi, 37 Vescovi e numerosi sacerdoti che ancora oggi lavorano in tutto il mondo. Tra loro figura anche l’Arcivescovo Fortunatus Nwachukwu, Segretario del Dicastero per l’Evangelizzazione, Sezione per la Prima Evangelizzazione e le Nuove Chiese Particolari, che proprio in quel seminario ha conseguito il Baccalaureato in Teologia. L'Arcivescovo ha preso parte al ricco calendario di eventi programmato in occasione del Centenario, e ha presieduto oggi, giovedì 21 novembre, una solenne messa nella chiesa del Bigard Memorial Seminary durante la quale ha ordinato 40 nuovi diaconi, chiamati a diventare sacerdoti nei prossimi mesi, e che sono “frutto del buon lavoro” del Seminario, come ha detto lo stesso Nwachukwu durante l’omelia.

Quello del diacono, ha ricordato il Segretario del Dicastero missionario, è “un servizio che trova le sue radici nella Bibbia”. Nell’Antico Testamento, infatti, nel libro dei Numeri su legge di come “il servizio dell’altare fu affidato ai figli di Levi”, mentre nel Nuovo Testamento, il libro degli Atti “racconta l’origine di un servizio simile nei primi giorni della Chiesa”. Ma “a differenza dei leviti, Stefano e i suoi compagni non divennero diaconi per genealogia umana. Furono eletti, cioè scelti da Dio” “in risposta alle lamentele di discriminazione basate sull’origine etnica all’interno della Chiesa”.

L’inizio del capitolo 6 degli Atti degli Apostoli infatti recita: “In quei giorni, mentre aumentava il numero dei discepoli, sorse un malcontento fra gli ellenisti verso gli Ebrei, perché venivano trascurate le loro vedove nella distribuzione quotidiana. Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: «Non è giusto che noi trascuriamo la parola di Dio per il servizio delle mense. Cercate dunque, fratelli, tra di voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di saggezza, ai quali affideremo quest'incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al ministero della parola». Piacque questa proposta a tutto il gruppo ed elessero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timòne, Parmenàs e Nicola, un proselito di Antiochia. Li presentarono quindi agli apostoli i quali, dopo aver pregato, imposero loro le mani”.

“Anche voi – ha sottolineato l’arcivescovo Nwachukwu – sarete inviati in una Chiesa e in un mondo che ancora oggi affrontano sfide simili di pregiudizio e discriminazione basati su origini o affiliazioni etniche, tribali o razziali. Vi esorto quindi a tenere a mente le parole che Papa Francesco ha rivolto, lo scorso 25 marzo, ai sacerdoti e religiosi nigeriani a Roma, quando Sua Santità li invitò ad ‘adottare come proprio lo stile di Dio di vicinanza, compassione e amore tenero’”.

Come “Stefano e i suoi compagni, con l'ordinazione diaconale voi siete elevati a un piedistallo dove non siete più definiti dalla vostra discendenza etnica o genealogica, come lo erano i Leviti, ma dall'elezione di Dio. Più tardi, la vostra ordinazione al sacerdozio secondo l'ordine iniziato da Melchisedek, che non aveva genealogia umana, renderà questa nuova identità ancora più definita”, ha aggiunto il Segretario del Dicastero per l’Evangelizzazione.

Per l’Arcivescovo, “un diacono eletto e ordinato come Stefano e i suoi compagni, così come un sacerdote ordinato secondo il nuovo ordine di Melchisedek, non può più ragionare o agire secondo la propria genealogia umana. Diventa, per così dire, sradicato dal suolo e sollevato dal vento dello Spirito. Cristo è il vostro modello”. “Pertanto vi raccomando di ‘vivere una vita degna della vocazione a cui siete stati chiamati, con umiltà, dolcezza e pazienza”, è stato l'augurio finale rivolto ai nuovi diaconi dall'Arcivescovo Nwachukwu. (F.B.) (Agenzia Fides 21/11/2024)


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