AMERICA/PERU' - “Essere cristiani significa seguire Gesù”. In memoria di padre Gutiérrez

sabato, 26 ottobre 2024 teologia   missione   povertà   chiese locali  


di Gianni Valente
Lima (Agenzia Fides) - «Un genio, si, un genio. Però, soprattutto, un uomo buono». Così, tanti anni fa, puntualizzava il gesuita Francisco Chamberlain, parlando coi i suoi confratelli peruviani. Si riferiva al suo amico Gustavo Gutiérrez, il sacerdote e teologo riconosciuto in tutto il mondo come il “padre nobile” della Teologia della Liberazione.

Padre Gutiérrez, che nel 1999 era entrato nell'Ordine dei Frati Predicatori, il 22 ottobre si è spento a Lima, la sua città natale, all’età di 96 anni. Una vita lunga e intensa, tutta intrecciata agli slanci, alle controversie, alle intuizioni e alle ferite che hanno segnato il cammino del cattolicesimo latino-americano nell’ultlimo secolo.
Il suo libro del 1971, intitolato Teología de la liberación, aveva dato il nome stesso alla corrente teologica che si stava sviluppando in quegli anni in America Latina. Una corrente a cui si sarebbero richiamate nel tempo tempo esperienze e prospettive diverse e a volte contrastanti.
Negli anni Ottanta, due Istruzioni erano state pubblicate dalla Congregazione per la Dottrina della Fede con l’intento di segnalare le deviazioni pastorali e dottrinali che pure incombevano sui cammini imboccati dalle teologie latino-americane. 

Le opere di Gutiérrez furono sottoposte per lungo tempo all’esame rigoroso della Congregazione per la Dottrina della Fide. Pur senza mai subire condanne e censure.
dal 1995 al 2004, il processo di studio delle opere di padre Gutiérrez coinvolse anche l’episcopato peruviano e si concretizzò nella stesura di un saggio - intitolato La Koinonia ecclesiale – lungamente ritoccato dallo stesso Gutiиrrez in linea con le osservazioni provenienti da Roma e pubblicato nella sua versione finale sulla rivista Angelicum nel 2004. L’allora Cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il 17 dicembre di quell’anno scrisse una lettera all domenicano argentino Carlos Alfonso Azpiroz Costa – a quel tempo Maestro Generale dell’Ordine dei Predicatori – in cui esprimeva «grazie all’Altissimo per la soddisfacente conclusione di questo cammino di chiarificazione e di approfondimento».

Secondo il suo amico gesuita Francisco Chamberlain, la bontà fedele di padre Gutiérrez era stata raffinata anche dai 20 anni in cui aveva dovuto affrontare «attacchi feroci dagli avversari della sua teologia, fuori e dentro la Chiesa. Fu accusato di tutto, di essere infedele alla Chiesa, di essere stato infedele alla Chiesa, di aver distorto il Vangelo, di essere stato più un politico che un teologo, di essere tutt'altro che un fedele seguace di Gesù». E in quei lunghi anni di prova - aggiungeva padre Chamberlain nella sua testimonianza - «non ho mai sentito da lui una parola di amarezza, di disprezzo per i suoi avversari». E questo anche perché «L’interesse di Gustavo non è mai stato quello di rivendicare valore della sua teologia, ma piuttosto quello di ricordare nella Chiesa la predilezione per i poveri».
Negli ultimi decenni, tra i più decisi nel rispondere a accuse e critiche nei confronti di Gustavo Gutièrrez si è distinto l’Arcivescovo-teologo Gerhard Ludwig Müller, oggi Cardinale, che è stato Prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede dal 2012 al 2017, e che era legato da amicizia al teologo peruviano fin dalla fine degli anni Ottanta del Secolo scorso.
Nel 2008, durante la cerimonia per la laurea honoris causa che gli veniva concessa dalla Pontificia Università cattolica del Perù, l’allora vescovo di Ratisbona aveva definito come pienamente ortodossa la teologia di padre Gutièrrez.

Già nel 2004, Müller e Gutiérrez avevano scritto insieme una raccolta di saggi teologici pubblicata in Germania. In quel volume, Müller scriveva che «Il movimento ecclesiale e teologico dell’America Latina, noto come “teologia della liberazione”, che dopo il Vaticano II ha trovato un’eco mondiale, è da annoverare, a mio giudizio, tra le correnti piщ significative della teologia cattolica del XX secolo». In uno dei saggi contenuti del volume, Müller aveva descritto richiamato anche i fattori politici e geo-politici che condizionarono certe “crociate” contro la Tdl: «Al sentimento trionfalistico di un capitalismo, che probabilmente si riteneva definitivamente vittorioso» aveva riferito il Prefetto del dicastero dottrinale vaticano «si mescolò anche la soddisfazione di aver così tolto qualsiasi fondamento e giustificazione alla Teologia della liberazione». Müller in url volume fece riferimento anche al documento riservato, preparato per il Presidente USA Ronald Reagan dal Comitato di Santa Fè nell’anno 1980, dove si sollecitava il governo degli Stati Uniti d’America a procedere in maniera aggressiva contro la «Teologia della liberazione», rea di aver trasformato la Chiesa cattolica in «arma politica contro la proprietà privata e il sistema della produzione capitalista».
Dopo decenni complicati, era diventato più semplice anche riconoscere e distinguere le caduche impalcature ideologiche del passato dalla genuina sorgente evangelica che animava tanti percorsi del cattolicesimo latinoamericano dopo il Concilio. Percorsi aperti anche grazie alla fede e all’opera di padre Gustavo Gutiérrez.
La teologia di Gustavo Gutiérrez traeva la sua linfa dalle liturgie celebrate dal sacerdote con i poveri, nelle periferie di Lima. Cioè dalle esperienze elementari in cui si percepisce – come ripeteva in maniera semplice lo stesso padre Gustavo - che «Essere cristiani significa seguire Gesù». (Agenzia Fides 26/10/2024)


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