VIAGGIO APOSTOLICO - Papa a Timor Est: i passaggi chiave del discorso ai Vescovi, clero, catechisti e religiosi

martedì, 10 settembre 2024

Vatican Media

Dili (Agenzia Fides) – È all’insegna della preghiera e della carità la seconda giornata di Papa Francesco a Timor Leste, terza e penultima tappa del lungo Viaggio Apostolico in Asia e Oceania. Primo impegno in agenda la visita privata alla Casa Irmãs Alma di Dili, struttura che garantisce cure e assistenza a minori con gravi malattie. Poi, nella Cattedrale dedicata all’Immacolata Concezione, incontra i Vescovi, il clero, i religiosi, i seminaristi e i catechisti del piccolo stato asiatico. Dopo una danza di benvenuto, due bambini gli offrono dei fiori. Il parroco, all’ingresso principale della Cattedrale, porge al Pontefice la croce e l’acqua benedetta per l’aspersione. Dopo le testimonianze di una suora, di un sacerdote e di un catechista portano la loro testimonianza. Quindi pronuncia il suo discorso: ecco i passaggi chiave:


Timor Est è un Paese “ai confini del mondo”. E proprio perché è ai confini si trova al centro del Vangelo! Una Chiesa che non ha questa capacità, che si nasconde nel centro, è una Chiesa malata!


Nel cuore di Cristo le periferie dell'esistenza sono il centro: il Vangelo è popolato da persone, figure e storie che sono ai margini, ai confini, ma vengono convocate da Gesù e diventano protagoniste della speranza che Egli è venuto a portare.


Il profumo ricevuto dal Signore va custodito con cura […] Significa essere consapevoli del dono ricevuto, ricordarci che il profumo non serve per noi stessi ma per ungere i piedi di Cristo, annunciando il Vangelo e servendo i poveri, significa vigilare su stessi perché la mediocrità e la tiepidezza spirituale sono sempre in agguato.


Sempre dobbiamo alimentare la fiamma della fede.


Se siete una Chiesa che non è capace di inculturare la fede, che non è capace di esprimere la fede nei valori propri di questa terra, sarà una Chiesa eticista e non feconda.


Non trascurate di approfondire la dottrina del Vangelo, di maturare nella formazione spirituale, catechetica e teologica; perché tutto questo serve ad annunciare il Vangelo nella vostra cultura e, nello stesso tempo, a purificarla da forme e tradizioni arcaiche e talvolta superstiziose. Ci sono tante cose belle nella vostra cultura, penso specialmente alla fede nella risurrezione e nella presenza delle anime dei defunti; però tutto questo va sempre purificato alla luce del Vangelo e della dottrina della Chiesa.


L’evangelizzazione avviene quando abbiamo il coraggio di “rompere” il vaso che contiene il profumo, rompere il “guscio” che spesso ci chiude in noi stessi e uscire da una religiosità pigra, comoda, vissuta soltanto per un bisogno personale.


Al Paese serve un profumo di riconciliazione e di pace dopo gli anni sofferti della guerra. Un profumo di compassione, che aiuti i poveri a rialzarsi e susciti l’impegno per risollevare le sorti economiche e sociali del Paese; un profumo di giustizia contro la corruzione. State attenti: spesso la corruzione entra nelle nostre comunità, nelle nostre parrocchie. E, in particolare, il profumo del Vangelo bisogna diffonderlo contro tutto ciò che umilia, deturpa e addirittura distrugge la vita umana, contro quelle piaghe che generano vuoto interiore e sofferenza come l’alcolismo, la violenza, la mancanza di rispetto per la dignità delle donne. Il Vangelo di Gesù ha la forza di trasformare queste realtà oscure e di generare una società nuova.


Il messaggio che voi religiose portate di fronte al fenomeno della mancanza di rispetto per le donne è che le donne sono la parte più importante della Chiesa, perché si occupano dei più bisognosi. Sorelle, siate le madri del popolo di Dio; abbiate il coraggio di far nascere le comunità, siate madri. Questo è quello che chiedo a voi.


Di questo c'è bisogno: preti, religiosi, catechisti appassionati, preparativi, creativi. Serve creatività nella missione.


(In riferimento all'appellativo di riverenza che usano nei confronti dei preti Amu, ovvero signore, ndr) Questo non deve farvi sentire superiori al popolo, indurvi nella tentazione della superbia e del potere; non deve farvi pensare al vostro ministero come un prestigio sociale. Ricordiamoci questo: col profumo si ungono i piedi di Cristo, che sono i piedi dei nostri fratelli nella fede, a partire dai più poveri.


Il prete è strumento di benedizione e mai deve approfittare del suo ruolo. Amate la povertà come la vostra sposa. (F.B.) (Agenzia Fides 10/9/2024)


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