AFRICA/CONGO RD - L’avanzata dell’M23 verso Goma suscita ondate di proteste nel Paese

martedì, 13 febbraio 2024 gruppi armati   onu  

I caschi Blu della MONUSCO

Kinshasa (Agenzia Fides) – “Sono venuto a rassicurarvi che stiamo lavorando per portare la pace nel Nord Kivu. Dovete rimanere calmi. Mano nella mano, scacceremo i ribelli ruandesi dell’M23 che ci stanno attaccando”. Così il Maggiore Generale Peter Cirimwami, governatore militare del Nord Kivu ha voluto rassicurare la popolazione di Sake, il villaggio a nord di Goma assediato dai ribelli dell’M23 che all’inizio di questo mese hanno lanciato un’offensiva in direzione del capoluogo di questa provincia dell’est della Repubblica Democratica del Congo.
Il governatore militare nella sua visita compiuta domenica 11 febbraio ha preso nota delle proteste della popolazione locale su presunte complicità con l’M23 delle forze dell’ONU (MONUSCO) dispiegate nell’area, accusate di lasciare passare le forze ribelli attraverso le posizioni da loro controllate.
E proprio l’atteggiamento della comunità internazionale sulla crisi nel Nord Kivu ha suscitato le proteste avvenute nei giorni scorsi nella capitale della RDC, Kinshasa, dove ieri, 12 febbraio, le autorità hanno rafforzato le misure di sicurezza davanti alle ambasciate e alle installazioni dell'ONU, prese di mira dai manifestanti.
Il 10 febbraio diverse autovetture di alcune ambasciate e delle Nazioni Unite erano stati attaccati dai manifestanti. Le sedi diplomatiche prese di mira sono quelle di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia, e poi quella della Polonia, dopo alcune dichiarazioni del Presidente polacco in supporto al Ruanda.
Tra le misure adottate dalla polizia congolese vi è il divieto per i mototaxi di accedere al comune di Gombe, il quartiere delle ambasciate di Kinshasa. I conducenti dei mototaxi sono stati tra i protagonisti delle proteste dei giorni scorsi. Inoltre, i venditori ambulanti e i bambini di strada non possono più accedere a Gombe.
La popolazione congolese accusa il Ruanda di appoggiare i ribelli del’M23 anche direttamente con proprie truppe. Un sospetto che ha trovato sponda da un documento dell’ONU secondo il quale "un presunto missile terra-aria delle Forze di difesa del Ruanda (RDF)" ha preso di mira il 7 febbraio, senza colpirlo, un drone di osservazione dell'ONU. Il missile sarebbe stato lanciato da un veicolo blindato in un'area controllata dall'M23.
"L'intelligence militare estera francese conferma che il veicolo corazzato tipo WZ551, dotato di un sistema missilistico terra-aria, è ruandese", aggiunge il rapporto rilanciato dall’agenzia AFP.
Sempre ieri, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si è detto preoccupato per "l'escalation di violenza" nella parte orientale della RDC condannando in una dichiarazione l'offensiva lanciata all'inizio di questo mese dai ribelli dell'M23 nei pressi di Goma. I membri del Consiglio "hanno ribadito la loro condanna di tutti i gruppi armati che operano nel paese. Hanno espresso preoccupazione per l'escalation di violenza e per la continua tensione nella regione”.
A fine gennaio i vescovi di RDC, Ruanda e Burundi avevano espresso il loro profondo dolore per il perdurare di cattivi rapporti tra i loro Paesi (vedi Fides 31/1/2024). (L.M.) (Agenzia Fides 13/2/2024)



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