ASIA/COREA DEL SUD - Dall'armistizio alla vera pace: un Natale di riconciliazione con i compatrioti della Nord Corea

lunedì, 18 dicembre 2023 pace   natale   guerre   riconciliazione  

Seoul (Agenzia Fides) - Nella celebrazione del Natale la comunità cattolica coreana rivolge il pensiero, la preghiera e un profondo auspicio di pace e di riconciliazione ai compatrioti del Nord: nell'anno del 70° anniversario dell'armistizio che mise fine alla guerra di Corea (1950-1953), Peter Soon-taick Chung, Arcivescovo di Seoul e  Amministratore apostolico di Pyongyang, nel messaggio di Natale diffuso tra i fedeli, auspica che "la gioia del Natale possa riempire il mondo intero, portando speranza e forza soprattutto alle popolazioni delle nazioni colpite dalla paura e dalla minaccia della guerra, compresi i nostri compatrioti del Nord, e a tutti coloro che nella nostra società sono poveri, emarginati e bisognoso di conforto". La Chiesa in Corea del Sud esprime il desiderio che il Natale del  2023, anno in cui si ricorda la fine della guerra, diventi un'opportunità per giungere a un vero trattato di pace, che sostituisca quell'accordo, ancora tecnicamente in vigore, di mera pausa del conflitto. 
Dopo la Seconda Guerra Mondiale la Corea venne divisa in due parti: il Sud democratico si assicurò il sostegno dell’Occidente, mentre i comunisti presero il controllo della Corea del Nord con il sostegno di Cina e Russia. La guerra fratricida tra Nord e Sud scoppiò nel 1950 e nel 1953, i comandanti militari di Stati Uniti, Corea del Nord e Cina firmarono un accordo di armistizio che prevedeva la  "completa cessazione delle ostilità e di tutti gli atti di forza armata fino al raggiungimento di una soluzione pacifica finale". Quell' Accordo resta l'unico meccanismo giuridicamente vincolante che mantiene la pace, sebbene precaria, nella penisola. Corea del Nord e Corea del Sud ne hanno riconfermato la validità come parte del patto siglato nl 1991, noto come "Accordo di base", che conferma la non aggressione, gli scambi e la cooperazione reciproca. Tuttavia, in 70 anni, tutti gli sforzi volti a sostituire l'armistizio temporaneo con un accordo di pace vero e proprio nella penisola sono falliti.
In questa situazione, i cattolici in Corea del Sud si sono ampiamente adoperati, lungo i decenni, per superare i conflitti del passato e puntare a una pace duratura: in particolare il "Comitato per la riconciliazione" dell'Arcidiocesi di Seoul, mirando a "costruire un futuro condiviso di coesistenza e prosperità", e cercando "soluzioni innovative", ribadisce "l'impegno della Chiesa cattolica come mediatore e promotore della riconciliazione, con l'obiettivo di raggiungere la pace nella penisola coreana".
Il movimento per superare la logica dell'armistizio trova ampio sostegno anche dalle altre Chiese cristiane: il rev. Hong-Jung Lee, Pastore protestante coreano, ex Segretario generale del Consiglio nazionale delle Chiese in Corea, organismo ecumenico, rimarca che "l’approccio alla pace e alla giustizia nella penisola coreana si fonda su un 'opera di guarigione e riconciliazione”. La consapevolezza dell’interdipendenza e un cammino di "svuotamento di sé" sono "pilastri spirituali per sostenere quest'opera", nota. “Guarigione e riconciliazione sono il nucleo della vita di Dio e del ministero di ogni battezzato. Senza un processo continuo di guarigione e riconciliazione, non ci sarà integrazione tra giustizia e pace", afferma Lee.
Il Pastore ha ricordato l'importanza degli incontri "faccia a faccia" tra i cristiani nella Corea del Nord e del Sud, avvenuti in passato nel corso di eventi ecumenici internazionali, attraverso il Consiglio Mondiale delle Chiese, e ha raccontato di aver avuto diverse opportunità di incontrare i leader della Federazione Cristiana Coreana (KCF), organismo della Corea del Nord. Secondo Lee, "se guardiamo la storia del popolo coreano dalla prospettiva dell'azione salvifica di Dio nel mondo - che è la prospettiva del Natale -  la divisione della penisola coreana non è la fine della storia del popolo coreano”. La divisione, argomenta,  è invece "un deserto provocato dall’uomo, una violazione della volontà di Dio. Il cammino di guarigione, riconciliazione, giustizia e pace, porterà a una riunificazione ricca di vita per la nazione coreana". In quest'ottica, Lee sostiene la sostituzione dell'armistizio stabilito nel 1953 con "un trattato di pace, che superi la divisione e la mentalità da Guerra Fredda, aprendo la strada alla stabilità e alla fraternità".
Le Chiese cristiane, conclude il rev. Lee, sono chiamate a compiere azioni "in prima linea" per promuovere la pace nella penisola coreana:  movimenti di preghiera ecumenici, incontri e seminari di educazione alla pace, promozione dei diritti umani, iniziative per sensibilizzare sulla smilitarizzazione e sul disarmo nucleare, attività di carità, di cooperazione e di sviluppo per la popolazione indigente nel Nord.
Papa Francesco, incontrando un gruppo di cattolici coreani il 16 settembre scorso in Vaticano, si è rivolto  loro invitandoli a "riscoprire la vostra vocazione di apostoli della pace in ogni ambito della vita" e a essere "testimoni di riconciliazione", perchè "il futuro si costruisce non con la forza violenta delle armi, ma con quella dolce della prossimità".
(PA) (Agenzia Fides 18/12/2023)


Condividi: