VATICANO - Comunicare la gioia e "parlare col cuore": concluso il Corso multimediale “Comunicazione è missione”

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Comunicare la gioia e la speranza e “parlare col cuore”, come dice papa Francesco nel messaggio per la Giornata delle comunicazioni sociali del 2023; servire il Signore e le Chiese locali nell'opera di evangelizzazione; fuggire ogni polarizzazione e rendere gradevole la Verità, guardando con amore a coloro che non conoscono l'amore di Dio: sono i punti che il prof. Daniel Arasa, decano della Facoltà di comunicazione istituzionale della Pontificia università della Santa Croce (PUSC) e il padre Dinh Anh Nhue Nguyen OFM Conv, Segretario generale della Pontificia Unione Missionaria (PUM) hanno sviluppato nel corso della cerimonia conclusiva della 4a edizione del Corso di formazione multimediale “Comunicazione è missione”, edizione 2022-2023, in cui sono stati consegnati gli attestati. Il Corso, promosso grazie alla collaborazione tra la PUM e l'università pontificia, è rivolto soprattutto agli studenti dei collegi sotto la giurisdizione del Dicastero per l'Evangelizzazione, e si propone di formare operatori pastorali a una mentalità che consideri la comunicazione e i mass-media un’opportunità per la diffusione del Vangelo.
L’esperienza, della durata di un anno accademico, offre competenze teoriche e pratiche sulla comunicazione multimediale, attraverso lo studio specifico e la sperimentazione dei linguaggi video, radio, web, fotografia, scrittura che gli allievi - sacerdoti, religiosi, seminaristi, dottorandi e laici presenti nei Collegi internazionali del Dicastero per l'Evangelizzazione, soprattutto provenienti da Africa, Asia e Oceania e dai Vicariati Apostolici nelle Americhe - mettono a disposizione delle Chiese locali.
Coinvolto nella esperienza di formazione è anche il Centro Internazionale di Animazione Missionaria (CIAM), dove si tengono le lezioni. Gli allievi hanno manifestato la loro crescita personale nel campo della comunicazione, annunciando il loro impegno nelle radio diocesane, soprattutto in Africa, e negli uffici di comunicazione sociale delle rispettive diocesi e congregazioni.
(PA) (Agenzia Fides 27/5/2023)

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