ASIA/TERRA SANTA - Raid aerei su Gaza, strage di donne e bambini. Padre Romanelli: “Il Signore cambi i cuori di tutti”

mercoledì, 10 maggio 2023 medio oriente   aree di crisi   guerre   geopolitica  

(immagine di repertorio)

Gaza (Agenzia Fides) – La situazione è tremenda. I raid secondo le ultime notizie hanno provocato almeno 17 morti, e più di venti feriti, oltre a quelli che erano i bersagli degli attacchi. La gran parte delle vittime sono donne e bambini”. Padre Gabriel Romanelli, parroco della chiesa cattolica della Sacra Famiglia, racconta all’Agenzia Fides il dolore straziante e lo shock provocati dall’ennesima strage provocata dai bombardamenti su Gaza.
Alle prime ore di martedì 9 maggio, decine di caccia israeliani hanno colpito case e palazzi dove abitavano tre dirigenti della Jihad Islamica. Un altro raid è stato compiuto nel pomeriggio di martedì, provocando altri morti. Sotto le bombe sono rimasti uccisi almeno quattro donne e almeno quattro bambini. “In uno dei palazzi colpiti” riferisce padre Gabriel “abitava una ragazza musulmana che frequenta la nostra scuola cristiana. Lei sta bene, ma il raid ha ucciso il suo papà, che era un bravo dottore, un dentista, e non era coinvolto in militanze politiche. Sono rimasti uccisi anche la mamma e un fratello, anche lui medico”.
Davanti al sangue sparso nelle ennesime, tragiche giornate di Gaza, Padre Gabriel ripete che “la preghiera è una cosa reale, non una cosa astratta, e a noi tocca di pregare con più insistenza per la pace. Preghiamo la Sacra Famiglia, che è passata qui per Gaza mentre fuggiva in Egitto, affinché loro ci donino una pace stabile, fondata sulla giustizia, perché senza giustizia la pace non ha fondamento”. A Gaza – ricorda il sacerdote, missionario dell’Istituto del Verbo Incarnato (IVE), due milioni e 300 mila persone vivono rinchiuse in 350 chilometri quadrati. Il popolo palestinese, sparso tra Striscia di Gaza, Cisgiordania e Gerusalemme Est, raccoglie sei milioni di persone. “Una soluzione” ripete padre Gabriel “si deve trovare, E’ impossibile che non si trovi una soluzione per sei milioni di persone che non hanno uno status. La Santa Sede ha riconosciuto lo Stato di Palestina, ma tutto il mondo deve riconoscere questo Stato e i suoi diritti. Noi preghiamo per il bene di tutti, e perché sia abbandonata questa tremenda cultura della cancellazione del diverso, tante volte deplorata anche da Papa Francesco”. Le notizie che continuano arrivare riguardo all’attualità politica regionale – riconosce il sacerdote – “sono scoraggianti, sembra prevalere dovunque la logica della violenza per la violenza. Che il Signore cambi il cuore di tutti”. (GV) (Agenzia Fides 10/5/2023)


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