AMERICA/CILE - “Giustizia e Pace”: due mesi dopo il referendum costituzionale ancora nessuna proposta condivisa per un nuovo itinerario

martedì, 15 novembre 2022 costituzione   situazione sociale   politica   chiese locali  

vaticanews

Santiago (Agenzia Fides) - Nel referendum del 4 settembre i cileni hanno espresso a larga maggioranza (oltre il 60%) il loro parere negativo sulla bozza della nuova Costituzione. Il Presidente del Cile, Gabriel Boric, ha attuato il 6 settembre un rimpasto di governo che ha coinvolto cinque ministeri, fra cui quello strategico dell'Interno. Aspetti positivi della consultazione sono stati l’alta affluenza alle urne, l’assenza di violenze e l’accettazione dei risultati. Per il Vescovo di San Bernardo, Mons. Juan Ignacio González, membro del Comitato permanente della Conferenza Episcopale, attraverso il plebiscito, i cileni hanno lanciato un grido per essere ascoltati, che era rivolto soprattutto ai politici (vedi Fides 7/9/2022).
Due mesi dopo il plebiscito che ha bocciato la bozza della nuova Costituzione, la Commissione “Giustizia e Pace” della Conferenza episcopale, composta da laici e laiche, ha pubblicato una riflessione sulla realtà nazionale lanciando un appello al dialogo e all’amicizia civica a tutte le persone di buona volontà, “nel contesto di una crisi politica, sociale ed economica che colpisce la vita quotidiana delle persone, specialmente le più vulnerabili".
A tre anni dalla firma dell'Accordo per la Pace Sociale e dell’inizio dell’itinerario per la nuova Costituzione, che ha cercato di dare una soluzione istituzionale alla grave crisi del Paese, e dopo il plebiscito di settembre, "le forze con rappresentanza parlamentare, pur avendo concordato spazi di dialogo, non sono ancora riuscite a consegnare al paese una proposta per un nuovo itinerario che consenta di dotare il Cile di un nuovo patto costituzionale, a vocazione maggioritaria e portata nazionale".
La Commissione “Giustizia e Pace” ritiene quindi urgente che il dialogo tra i vari protagonisti politici possa arrivare in porto con successo, tenendo conto dei desideri e delle aspirazioni espresse dai cittadini, e sottolinea che “per sentirsi in pace, i cittadini hanno bisogno di percepire l’intesa tra i loro rappresentanti e leader politici”. Quindi ribadisce: “Per raggiungere ampi accordi, il dialogo e l'apertura sono necessari per superare le posizioni precedenti. Solo allora si potrà raggiungere un consenso per il bene comune del Cile”.
Citando l’esortazione di Papa Francesco in “Fratelli tutti” a costruire una "cultura dell'incontro", il documento sottolinea che "oggi è il tempo della comprensione, dell'ascolto, del dialogo, con umiltà e generosità. Essere d'accordo, avanzare nella democrazia e nel rispetto della dignità della persona umana, Non dobbiamo avere paura di ascoltare l’altro/a, con rispetto…”
Nella parte conclusiva “Giustizia e Pace” invita a prendersi cura delle istituzioni e della comunità politica, “relazionandoci con onestà e verità, senza manipolazioni di informazioni o notizie false", perché solo in questo modo avremo la certezza di costruire un futuro nella democrazia, dove vivere nella giustizia e nella pace. Le reti sociali per la loro struttura, hanno contribuito alla mancanza di dialogo e alla diffusione di notizie false, “fattori che attentano alla democrazia”, per questo invita i media e quanti usano le reti sociali ad essere attenti e a verificare l’autenticità delle informazioni. L’appello finale è rivolto alle comunità cristiane e delle altre confessioni, alle organizzazioni sociali, ai partiti politici e ai vari gruppi sociali, ai sindacati, alle università, alle ong e agli altri gruppi sociali, "a parlare di questi contenuti e a riflettere su come ognuno di noi può contribuire alla giustizia e alla pace nel nostro Paese".
(SL) (Agenzia Fides 15/11/2022)


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