ASIA/KAZAKHSTAN - Il Vescovo di Almaty: "La visita del Papa, tempo fecondo per approfondire la nostra vocazione alla sequela di Cristo"

lunedì, 12 settembre 2022 evangelizzazione   missione   papa francesco  

Almaty (Agenzia Fides) - "La visita del Papa in Kazakhstan è per tutti noi una grande notizia, davvero una Buona Notizia, che ci aiuta a comprendere ancora meglio il senso e la missione della nostra presenza in Kazakhstan e il valore della nostra fede nel mondo. Chiediamo al Signore che quello speciale dei prossimi giorni possa essere per noi un tempo fecondo, affinché possiamo approfondire la nostra vocazione alla sequela di Cristo Gesù, Principe della pace": è quanto dichiara all'Agenzia Fides Mons. José Luis Mumbiela Sierra, Vescovo della Santissima Trinità in Almaty, città del Kazakhstan, e presidente della Conferenza episcopale cattolica dell'Asia centrale, alla vigilia dell’arrivo di Papa Francesco, che dal 13 al 15 settembre sarà in Kazakhstan.
Osserva il Vescovo spagnolo: "Le parole chiave di questa visita, 'Messaggeri di pace di unità', non solo indicano la vocazione dei cristiani in Kazakhstan, ma spiegano anche il senso della presenza del Papa, giunto qui per partecipare al Congresso dei leader religiosi che si tiene in Astana ogni due anni".
La visita apostolica del Papa ha un significato universale: "Le circostanze in cui il mondo si trova, tra la pandemia, la guerra, il timore di una escalation del conflitto mondiale - aggiunge mons. Mumbiela Sierra - fanno capire che questa non è soltanto una visita pastorale resa a una piccola comunità di credenti: la presenza del Papa al Congresso non solo infonde alto valore a questo incontro, ma costituisce anche l'opportunità e un canale per parlare a tutto il mondo. Se da un lato essa valorizza la linea d'azione del governo kazako di costruire concordia e armonia fra diverse etnie e religioni, dall'altro rimarca all'umanità che ogni religione, che tocca il rapporto dell'uomo con Dio, è intesa come motivo per creare pace e unità nel genere umano. Essa non è mai motivo di conflitto, ma ogni religione è chiamata a promuovere la fraternità, su cui il Papa tanto insiste, auspicando un cambiamento degli schemi mentali conflittuali presenti nel mondo di oggi".
Per questo, secondo il Vescovo, "l'arrivo del Pontefice in Kazakhstan è un momento provvidenziale non solo per il Kazakhstan, ma per lanciare, attraverso il Kazakhstan, un messaggio a tutto il mondo, all'intera umanità".
Guardando al contesto locale, il Vescovo rileva: "Noi siamo una comunità molto piccola, che vive la fede nella quotidianità della grazia di Dio. Se essere messaggeri di pace e di unità è la vocazione di ogni cattolico e di ogni cristiano, dal Kazakhstan oggi si alza questo messaggio per tutta l'umanità: siamo chiamati e essere portatori di pace, a viverla e crearla tra le persone e nella società. Avere il Papa fra noi rappresenta un forte impulso a riscoprire la gioia di questa nostra vocazione, ma è anche una spinta per tutto il mondo, che parte da qui, da una piccola comunità".
Conclude il Vescovo: "Evangelicamente si può richiamare l'immagine del sale che, pur essendo in pochi grani, rende sapidi tutti i cibi. Il sale è anche la sostanza utilizzata per conservare i cibi, perchè non si deteriorino: allora i cristiani sono chiamati a essere sale per dare sapore e anche perchè la società non si corrompa. Essere sale vuol dire creare pace e fraternità, anche se siamo pochi o invisibili agli occhi del mondo; significa vivere la nostra missione di testimoniare e donare la pace che viene da Gesù Cristo, Principe della pace, a tutti gli uomini, anche se sono diversi per religione, idee, cultura, etnia".
La Chiesa cattolica in Kazakistan oggi conta 4 diocesi, 70 parrocchie e 120mila fedeli, e porta avanti la sua missione anche operando nel campo sociale, culturale, educativo.
(PA_LF) (Agenzia Fides 12/9/2022)


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