Bissau (Agenzia Fides) - “La Guinea Bissau in questi ultimi anni ha conosciuto molti momenti di instabilità, ci sono stati vari conflitti armati, la guerra sul finire degli anni ’90. Il Paese ha vissuto la grande difficoltà di riprendere la normalità, e godere di istituzioni che funzionino pienamente. Si sono susseguiti molti momenti di instabilità nella vita sociale e politica a causa dei vari conflitti e vista questa situazione a un certo punto si è sentita la necessità di una riconciliazione nazionale. Si è percepita chiaramente la necessità di lavorare per riportare la pace nel Paese. Allora in Parlamento si è giudicato di vitale importanza istituire una commissione che lavorasse per questa riconciliazione e conducesse a un conferenza nazionale, sull’esempio di quanto è avvenuto in altri Paesi, come in Sudafrica. Si è cominciato a parlare di questo fin dai primi anni del millennio e nel 2002 è nata l’idea della creazione di questo organismo. In Parlamento hanno giudicato che sarebbe stato meglio affidare la guida a leader religiosi invece che a elementi politici e così, dal 2014, è stata affidata la presidenza a un sacerdote cattolico, la vice presidenza a un rappresentante della fede islamica e a uno della confessione evangelica. Per il resto, la Commissione è composta da rappresentanti delle istituzioni politiche (parlamento, ministeri) e poi della società civile: i movimenti, tutta la società è rappresentata da questa Commissione”. Padre Domingos Cà, sacerdote nella diocesi di Bissau e presidente della Commissione per la Riconciliazione nazionale della Guinea Bissau, sintetizza così all’Agenzia Fides il percorso che ha condotto alla istituzione di un organismo nazionale di ricerca di pace e stabilità nel Paese.
“Questa Commissione – riprende il sacerdote - aveva il compito di condurre all'organizzazione di una conferenza nazionale della riconciliazione. Abbiamo portato avanti una paziente opera di ascolto di tutte le realtà sociali presenti nella Guinea Bissau. Abbiamo percorso il Paese in lungo e in largo per ascoltare la gente e comprendere il pensiero di tutti sull’urgenza di riconciliarsi e voltare pagina. È stato presentato un rapporto finale e a questo punto manca solo la data e la modalità di realizzazione della conferenza. Nel frattempo, c’è stato un cambio di governo (nel 2018, ndr) e del presidente (2019, ndr) e i lavori si sono fermati. L’ultimo passaggio, decidere data e modalità, spetta al Presidente della repubblica e quindi siamo in attesa che si compia”.
La Chiesa cattolica, pur rappresentando una minoranza della popolazione, gode della fiducia di tutti – come dimostra anche la nomina di Padre Cà alla presidenza della Commissione – ed è un punto di riferimento solido. “La religione più praticata - racconta - è quella tradizionale, poi vi sono musulmani e cristiani, tra i quali i cattolici sono la maggioranza. In questi ultimi 20 anni in cui il Paese ha conosciuto molti momenti di crisi e di conflitto la Chiesa è stata sempre un elemento fondamentale nella ricerca della pace. La Chiesa in Guinea Bissau gode di una grande fiducia della gente, di tutti i cittadini di qualsiasi religione o appartenenza ideologica o politica. È sempre intervenuta nella ricerca della riconciliazione tra la gente, tramite i messaggi e le lettere pastorali dei Vescovi, le esortazioni e altri mezzi con favorire la formazione di coscienze pronte per il cambiamento della mentalità".
C’è un altro campo in cui la Chiesa è molto presente ed è quello sociale: "Possiamo dire che la Chiesa in Guinea Bissau - osserva - è vista come modello, ha il riconoscimento di tutta la società anche dei politici per il grande ruolo giocato nella scuola e nella salute. In questi due ultimi anni la scuola pubblica ha funzionato a singhiozzo per via dei molti scioperi degli insegnanti che non vengono pagati regolarmente e le uniche scuole che funzionano
costantemente sono quelle private, la maggioranza delle quali sono cattoliche. Anche nel campo della salute molti ospedali, centri sanitari e di recupero nutrizionale, come istituti di promozione dei diritti e della salute della donna sono opera dei cattolici. Oltre all’evangelizzazione diretta, ovviamente, la Chiesa è riconosciuta in tutto il Paese per questa dimensione sociale”.
(LA) (Agenzia Fides 3/9/2022)