ASIA/INDIA - Legge anti-conversione in Karnataka: i cristiani si oppongono

martedì, 14 dicembre 2021 libertà religiosa   diritti umani   conversione  

Bangalore (Agenzia Fides) – Opporsi al progetto di legge anti-conversione che prende di mira i cristiani nello stato del Karnataka, in India meridionale. Con questo obiettivo i fedeli dello stato hanno lanciato una campagna di sensibilizzazione e diverse manifestazioni pubbliche. Tra le associazioni promotrici, lo United Christian Forum of Karnataka ha apertamente criticato il Primo ministro del Karnataka, Basavaraj Bommai, esponente del partito nazionalista "Bharatiya Janata Party" (BJP): questi, infatti, ha annunciato che, durante la sessione del Parlamento statale, tra il 14 e il 23 dicembre, il disegno di legge sarà presentato in assemblea per l'approvazione.
"La legge anti-conversione è una violazione dei diritti fondamentali della Costituzione indiana. Viola molti articoli della Costituzione indiana. Anche B.R. Ambedkar, il principale artefice della Costituzione indiana, si era convertito al buddismo senza il permesso dello stato", ha rilevato all'Agenzia Fides Mons. Peter Machado, Arcivescovo cattolico di Bangalore. “La Legge Anti-Conversione è una vergogna per la convivenza e il pluralismo propri della nazione indiana. E' una legge pericolosa che potrebbe innescare la violenza inter comunitaria”, ha messo in guardia Mons. Machado.
I cristiani criticano anche il procedimento frettoloso scelto dal governo del Karnataka, che si è mosso in assenza di una discussione pubblica su temi cruciali legati alla democrazia, allo stato di diritto, alle libertà fondamentali.
L'intera comunità cristiana in Karnataka si oppone alla proposta del disegno di legge anti-conversione e contesta la necessità di tale nuovo provvedimento, dato che esistono leggi e direttive già sufficienti per monitorare qualsiasi abuso.
Secondo il relatore del provvedimento, Goolihatti Shekhar, politico del BJP, le conversioni religiose "con la forza o con l'induzione sono dilaganti" in tutto lo stato e oltre 15.000 persone, inclusa sua madre, si sarebbero convertite al cristianesimo nel suo collegio elettorale.
L'amministrazione locale di Hosadurgha ha condotto un'inchiesta sulle accuse mosse da Goolihatti Shekhar; secondo il risultato dell'indagine, non vi sono stati tentativi o episodi di "conversioni forzate", e quanti si sono convertiti al cristianesimo lo hanno fatto volontariamente e liberamente.
Le organizzazioni cristiane contestano i dati sul presunto proselitismo. Secondo il censimento del 2001, i cristiani in Karnataka erano l'1,91% , mentre nel 2011 sono diminuiti fino all'1,87% . Se ci fossero "conversioni dilaganti", si osserva, la popolazione cristiana sia nello stato che nella nazione, avrebbe dovuto registrare un aumento, ma così non è.
Il medesimo trend si nota su base nazionale: la comunità cristiana in India nel 2001 era il 2,34%, mentre nel 2011 è scesa al 2,30% della popolazione.
Opponendosi oggi al disegno di legge, i cristiani del Karnataka affermano in un Memorandum che il disegno di legge anti-conversione è rivolto contro le minoranze religiose, che sono dunque chiamate a manifestare. Simili "leggi anti conversione" sono in vigore in vari stati indiani. In Orissa, nell'India orientale, una legge anti conversione è in vigore dal 1967. Altri sei stati indiani hanno approvato simili norme che hanno avuto, come conseguenza, l'aumento di attacchi contro i cristiani.
(SD-PA) (Agenzia Fides 14/12/2021)


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