ASIA/SIRIA - Il Parlamento siriano riconosce e condanna il Genocidio armeno

venerdì, 14 febbraio 2020 medio oriente   chiese orientali   genocidio armeno   terrorismo   geopolitica  

Armenian Genocide Museum

EDITORS NOTE: Graphic content / (FILES) This file photo released by the Armenian Genocide Museum-Institute purportedly shows soldiers standing over skulls of victims from the Armenian village of Sheyxalan in the Mush valley, on the Caucasus front during the First World War. - Syria's parliament Thursday recognised the 1915-1917 murder of up to 1.5 million Armenians as genocide, as tensions run high with Turkey after deadly clashes in northwest Syria. The Armenians seek international recognition that the mass killings of their people under the Ottoman Empire from 1915 to 1917 amounted to genocide. They say 1.5 million died. Turkey strongly denies the accusation of genocide and says that both Armenians and Turks died as a result of World War I. It puts the death toll in the hundreds of thousands. The Syrian parliament's latest move comes after weeks of tensions between Ankara and Damascus over deadly clashes between the two sides in northwest Syria that Ankara says has killed 14 of its soldiers. (Photo by STR / AGMI / AFP)

Damasco (Agenzia Fides) – L’Assemblea del popolo siriano, nella seduta di giovedì 13 febbraio, ha approvato all’unanimità una risoluzione che riconosce come “Genocidio” la tragedia storica dei massacri di armeni perpetrati nella Penisola anatolica negli anni 1915-1916. “Il Parlamento” riferisce un comunicato diffuso dai media ufficiali siriani, “riconosce e condanna il Genocidio commesso contro gli Armeni dallo Stato ottomano all’inizio del XX secolo”.
Con il voto di ieri, la Siria diventa il primo Paese arabo a riconoscere ufficialmente, e ai massimi livelli istituzionali, la natura genocidaria delle persecuzioni pianificate scatenate 105 anni fa contro le popolazioni armene dei territori dell’attuale Turchia. La risoluzione dell’Assemblea del popolo siriano arriva dopo settimane di tensioni tra Ankara e Damasco, seguite agli scontri tra le forze militari dei due Paesi consumatesi nella provincia siriana nord-occidentale di Idlib, dove l’esercito governativo siriano sta assediando le ultime aree controllate da milizie islamiste.
Il riconoscimento del Genocidio armeno da parte della Siria ha provocato l’immediata reazione ufficiale della Turchia: Hamy Aksoy, portavoce del Ministero degli Esteri turco, ha pubblicato una dichiarazione durissima, in cui la risoluzione siriana di condanna del “cosiddetto genocidio” armeno viene bollata come “l'immagine dell'ipocrisia di un regime che da anni ha assecondato ogni tipo di carneficina nei confronti del proprio popolo, comprese quelle contro i bambini; un regime che ha causato la fuga di milioni di propri connazionali ed è rinomato per la sua spregiudicatezza nell'uso di armi chimiche”.
Il 4 marzo 2015, l'Assemblea del popolo siriano aveva già dedicato al Genocidio armeno una “sessione commemorativa”. L'iniziativa, promossa in particolare dalla parlamentare siriana cristiana Maria Saadeh, aveva visto il coinvolgimento dei membri dei Comitati parlamentari per le relazioni estere e la partecipazione dell'Ambasciatore della Repubblica di Armenia in Siria, Arshak Poladyan, che nel suo intervento aveva ricordato l’accoglienza ricevuta cento anni prima, proprio in Siria, dagli armeni che fuggivano dai massacri pianificati dal governo dei Giovani Turchi.
Di recente (vedi Fides 18/5/2019), un appello a ritornare in Siria e a ricostruire le proprie case devastate dal conflitto è stato rivolto dal Presidente Bashar Assad agli armeni siriani che negli anni del conflitto sono fuggiti dal Paese, trovando rifugio in Libano, in Armenia o in altri Paesi del Medio Oriente e dell’Occidente. L’esplicita richiesta di rimpatrio rivolta ai profughi armeni è stata espressa dal leader siriano in occasione del suo incontro con Aram I, il Catholicos armeno apostolico della Gran Casa di Cilicia, ricevuto a Damasco dal Presidente Assad martedì 14 maggio. In quella occasione, i media governativi siriani avevano riportato anche gli elogi rivolti in quella circostanza da Assad allo “spirito patriottico” dei siriani armeni, da lui definiti “cittadini esemplari”: il Presidente siriano aveva esaltato il contributo da loro offerto alla difesa dell'unità nazionale di fronte al tentativo di smembramento del Paese messi in atto da quella che Assad aveva definito come “barbarie terrorista”. Assad aveva anche paragonato la brutalità da lui attribuita a tale “barbarie terrorista” con la ferocia dei massacri commessi dagli ottomani contro il popolo armeno. (GV) (Agenzia Fides 14/2/2020)


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