VATICANO - Il desiderio di Paolo VI: tutta la Chiesa si faccia missionaria

sabato, 13 ottobre 2018 santi   animazione missionaria   pontificie opere missionarie   congregazione per l'evangelizzazione dei popoli  

Città del Vaticano (Agenzia Fides) – “Papa Paolo VI ha desiderato risolutamente che tutta la Chiesa si facesse missionaria e ha lavorato instancabilmente perché ciò divenisse realtà. Nei suoi oltre quindici anni di pontificato ha dato un forte impulso alla coscienza missionaria della Chiesa con un sistematico e insistente magistero di orientamento, dando notevole impulso all’animazione e alla cooperazione missionaria, con interventi di suprema responsabilità pastorale. E’ stato certamente il Pontificato di più vasta e intensa azione missionaria, durante il quale si è avuta eco costante del mandato missionario di Gesù Cristo affidato alla sua Chiesa”. Così scriveva l’Agenzia Fides il 9 agosto 1978, all’indomani della morte di Papa Paolo VI (1897-1978), che domenica 14 ottobre viene canonizzato in San Pietro.
Al termine della celebrazione di domenica 19 ottobre 2014, salutando i pellegrini giunti da vari Paesi per la beatificazione di Papa Paolo VI, il Santo Padre Francesco invitò “a seguire fedelmente gli insegnamenti e l’esempio del nuovo Beato”. “Egli – disse Papa Francesco - è stato uno strenuo sostenitore della missione ad gentes; ne è testimonianza soprattutto l’Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi con la quale ha inteso risvegliare lo slancio e l’impegno per la missione della Chiesa. Questa Esortazione è ancora attuale, conserva tutta la sua attualità! È significativo considerare questo aspetto del Pontificato di Paolo VI, proprio oggi che si celebra la Giornata Missionaria Mondiale”.
La Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e le Pontificie Opere Missionarie, come i Collegi dipendenti e la Pontificia Università Urbaniana, furono sempre oggetto di particolare attenzione e affetto da parte di Papa Paolo VI. Già nei primi mesi del suo Pontificato il Papa visitò gli alunni del Collegio Urbano nella sede di Castelgandolfo, visita che ripetè nel 1968 e ancora nel 1973, quando ordinò numerosi sacerdoti. All’Urbaniana Paolo VI celebrò la Giornata Missionaria Mondiale dell’anno 1974. Inaugurò il Collegio Filosofico nel 1965 e tornò a visitarlo nel 1969. Visitò in varie occasioni anche il Pontificio Collegio di San Pietro apostolo, dove il giorno di Pentecoste del 1972 celebrò la “Messa delle Nazioni”.
Secondo i dati dell'Agenzia Fides, durante il pontificato di Paolo VI le circoscrizioni ecclesiastiche nei territori affidati alla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli passarono da 759 a 863, e soprattutto si registrò un deciso sviluppo, testimoniato dalla elevazione di grado: le arcidiocesi passarono da 107 a 130, le diocesi da 436 a 604, i Vicariati apostolici da 115 a 63, le prefetture apostoliche da 92 a 60. Tra i 604 Vescovi nominati nei territori missionari, la gran parte erano autoctoni: durante il Pontificato i Vescovi africani ad esempio passarono da 64 a 237, il 70% del totale. Un altro aspetto della maturità raggiunta dalle giovani Chiese dipendenti dal Dicastero Missionario riguarda l’istituzione delle Conferenze Episcopali, che passarono da 11 a 48. Papa Montini ha nominato 27 Cardinali appartenenti ai territori di missione, e 18 di loro erano i primi Cardinali nella storia del proprio paese.
Con le Lettere apostoliche “Benignissimus Deus” (1965) e “Graves et increscentes” (1966) Paolo VI sottolineò l’importanza e l’attualità della Pontificia Opera di San Pietro apostolo e della Pontificia Unione Missionaria. Nella Lettera alla Conferenza Missionaria internazionale di Lione (1972), commemorativa dell’anniversario della Pontificia Opera della Propagazione della fede, chiese una presa di coscienza della problematica moderna dell’evangelizzazione al fine di rinnovare l’impulso all’attività missionaria.
Paolo VI, che era figlio di giornalista, si è sempre dimostrato particolarmente sensibile all’importanza crescente nella società dei mezzi di comunicazione sociale, e nei suoi incontri con i responsabili dell’animazione e della cooperazione missionaria, a tutti i livelli, ha spesso insistito sulla necessità di promuovere la stampa e gli altri mezzi a servizio della causa missionaria. Nell’udienza concessa all’Agenzia Fides il 21 dicembre 1977, in occasione del 50° anniversario di fondazione, Paolo VI definì i componenti dell’Agenzia “araldi del Vangelo per la propagazione nel mondo della conoscenza e della coscienza della vita missionaria”, “mediante la divulgazione di ogni utile informazione circa la situazione, i problemi, le prospettive dell’evangelizzazione in un periodo particolarmente importante per la formazione delle giovani Chiese”. Il Papa proseguì: “Il mondo, per fortuna, è costellato di gruppi missionari…c’è chi parte per l’Africa, chi va in Brasile, nell’Estreo oriente, nelle isole del Pacifico. Chi conosce la loro vita, il loro sacrificio?” Per invitare il mondo a guardare alle anime generose, “che si dedicano senza domandare niente, nessuna soddisfazione temporale del loro lavoro” Paolo VI esortava i membri dell’Agenzia Fides a compiere bene il loro lavoro, facendosi eco degli “atti degli apostoli di oggi”. (SL) (Agenzia Fides 13/10/2018)


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