AMERICA/ECUADOR - “La comunicazione deve recuperare il volto umano dei migranti”

giovedì, 27 settembre 2018 comunicazioni sociali   mass-media   diritti umani   migranti  

Migranti dal Venezuela all'Ecuador

Quito (Agenzia Fides) - “Un compito fondamentale per la comunicazione è quello di iniziare a recuperare il volto umano dei migranti di fronte alla stigmatizzazione di cui essi soffrono”. Lo afferma all'Agenzia Fides P. Ismael Moreno Coto SJ, detto Padre Melo, della radio "El Progreso" di El Salvador, sottolineando la necessità di “definirsi come mezzi di comunicazione in movimento, i migranti, accompagnatori dei processi dei migranti”. E’ una delle riflessioni emerse nella conferenza “Comunicare è un diritto, migrare pure. Dialoghi per costruire ponti”, tenutasi ieri, 26 settembre, a Quito, in Ecuador, organizzata dalla l'Associazione latinoamericana di educazione e comunicazione popolare (Asociación Latinoamericana de Educación y Comunicación Popular – ALER), per ragionare sul tema delle migrazioni – fenomeno da sempre presente in America Latina – e di come questa realtà viene comunicata attraverso i mass media.
“In che modo i media si avvicinano alla realtà della migrazione?” ha chiesto Angelica Cárcamo, della "Asociación de Radiodifusión Participativa de El Salvador" (ARPAS), insistendo sul fatto che “le accademie, organizzazioni sociali e cittadini considerano la comunicazione come un diritto”. Pertanto, secondo lei, è necessario “ampliare lo sguardo, rendere visibili altri movimenti migratori”.
Fernando López, del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, ha insistito sulla necessità di essere presenti nella realtà dei migranti, una realtà che sta cambiando, partecipando ai forum, seminari e seguire attentamente i diversi accordi firmati dai governi su questa matteria.
Javier Barrio, di “Fe y Alegría” in Venezuela, paese che soffre molto questo problema, ha spiegato che “i migranti soffrono molto l'inganno”, quindi “è necessario dare loro informazioni vere”. Insistendo sulla necessità di lavorare in rete, insieme, ha evidenziato la responsabilità sociale dei massmedia e dei giornalisti stessi nel campo della migrazione, insistendo sulla necessità di creare “codici etici, una comunicazione realmente umana” che aiuti i giornalisti “a capire che c'è un altro modo per raccontare queste cose”. (LMM) (Agenzia Fides 27/09/218)





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