Abuja (Agenzia Fides) - I Vescovi nigeriani rinnovano la richiesta che il Presidente Muhammadu Buhari presenti le dimissioni se non è in grado di assicurare la sicurezza di tutti i cittadini. Lo fanno con un comunicato pubblicato il 29 giugno, all’indomani del massacro di più di 200 agricoltori cristiani commesso il 23 giugno da pastori musulmani Fulani (come sono chiamati i Peuls in Nigeria) in alcuni villaggi dello Stato centrale di Plateau.
“Ancora una volta chiediamo al Presidente Muhammadu Buhari di risparmiare il Paese da ulteriori sofferenze e dal caos, dall’anarchia e dalla morte” si legge nel comunicato, pervenuto ora all’Agenzia Fides. “Ripetiamo qui quello che abbiamo detto nella nostra ultima dichiarazione: se il Presidente non riesce a garantire la sicurezza del Paese, ha perso la fiducia dei cittadini. Non può più governare i campi di sterminio e i cimiteri di massa, così è diventato il nostro Paese”. A fine aprile la Conferenza Episcopale della Nigeria aveva pubblicato un duro comunicato (vedi Fides 27/4/2018) con il quale chiedeva al Presidente Buhari di dimettersi dopo il massacro del 24 aprile nel villaggio di Mbalom (vedi Fides 25/4/2018), nel quale sono stati uccisi due sacerdoti, don Joseph Gor e don Felix Tyolaha, insieme a 15 parrocchiani.
I Vescovi ripetono inoltre che “non si può più considerare una mera coincidenza il fatto che i perpetratori di questi crimini odiosi sono della stessa religione di coloro che controllano gli apparati di sicurezza, incluso lo stesso Presidente. Le parole non bastano al Presidente e ai capi dei servizi di sicurezza per convincere il resto della cittadinanza che i massacri non facciano parte di un progetto religioso più ampio”.
Le violenze non sono però a senso unico. Anche gli allevatori cristiani compiono rappresaglie contro i Fulani. I Vescovi notano che in questo caso le forze dell’ordine sono in grado di arrestare rapidamente i colpevoli. Lo stesso non accade nel perseguire i colpevoli dei massacri dei cristiani.
Secondo Amnesty International 1.813 persone sono state uccise in 17 dei 36 stati della Nigeria dall'inizio dell'anno - più del doppio degli 894 morti nel 2017. (L.M.) (Agenzia Fides 4/7/2018)