Città del Vaticano (Agenzia FIdes) - E' stata presentata oggi in Vaticano la nuova Esortazione apostolica di Papa Francesco "Gaudete et exultate", sulla "chiamata alla santità nel mondo contemporaneo". Si tratta di un documento in cinque capitoli e 177 paragrafi che invita a essere santi oggi. La santità - dice il Papa - non è una chiamata per pochi ma è una via per tutti, da vivere nella quotidianità: "Il Signore chiede tutto, e quello che offre è la vera vita, la felicità. Egli ci vuole santi e non si aspetta che ci accontentiamo di un’esistenza mediocre, annacquata, inconsistente", scrive Francesco.
Pubblichiamo una riflessione, elaborata da Gianni Valente, giornalista dell'Agenzia Fides, che ha presentato l'Esortazione nella Sala Stampa vaticana, commentando la parte centrale del documento.
Nel secondo capitolo della Esortazione Apostolica Gaudete et Exsultate Papa Francesco si sofferma su quelle che definisce «due falsificazioni della santità che potrebbero farci sbagliare strada: lo gnosticismo e il pelagianesimo». Ancora una volta, quindi, il Papa fa riferimento ai nomi di queste due eresie «sorte nei primi secoli cristiani», e che a suo giudizio «continuano ad avere un’allarmante attualità» (35).
Per provare a suggerire cosa c’entrano Gnosticismo e Pelagianesimo in un testo papale sulla chiamata universale alla santità, conviene forse partire proprio dalla santità, da come la santità viene vissuta e considerata nella Chiesa e nel suo insegnamento.
Santità e grazia
La santità, come ripete anche questa esortazione, è un frutto è un dono della grazia nella vita della Chiesa. La Costituzione dogmatica conciliare Lumen Gentium, in uno dei paragrafi dedicati proprio alla vocazione universale alla santità, riconosceva che la santità «costantemente si manifesta nei frutti della grazia che lo Spirito produce nei fedeli» (LG 39).
Questo vuol dire che la santità non l’esito di un proprio sforzo. Vuol dire che è Cristo stesso l’iniziatore e il perfezionatore della santità che può fiorire dalla grazia del battesimo. E proprio per questo le «proposte ingannevoli» che si muovono sulla scia antica del pelagianesimo e dello gnosticismo possono rappresentare un ostacolo per la chiamata universale a essere santi: esse, infatti, sia pur in maniera diversa, sono quelle che puntano sempre a negare o a svuotare la necessità della grazia di Cristo e la dinamica storica, reale e gratuita del suo agire. (...)