Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Nel 1996, nell’anno del suo cinquantesimo giubileo sacerdotale, Giovanni Paolo II volle pubblicare un volumetto che raccogliesse la testimonianza della propria vocazione e vita sacerdotale: nove anni dopo, nel 2004, pubblicò invece un testo sulla sua missione episcopale, intitolato “Alzatevi, andiamo”. Il libro sulla sua vocazione venne intitolato “Dono e Mistero”. Dopo il racconto della nascita della vocazione, degli studi e degli anni del seminario, dell’ordinazione sacerdotale e del ministero nelle parrocchie che gli vennero affidate, il Papa, nell’ottavo capitolo, risponde alla domanda “chi è il sacerdote?”, quasi per voler fissare lo sguardo più in profondità nel mistero che lo avvolge da cinquant’anni (cfr. Dono e Mistero, cap. VIII). Innanzi tutto, afferma il Pontefice, il sacerdote è amministratore, non proprietario, di ciò che gli è concesso da Cristo: “Il sacerdote, pertanto, è uomo della parola di Dio, uomo del sacramento, uomo del «mistero della fede»” (Dono e Mistero, cap. VIII). La vocazione sacerdotale, annota il Papa, è inoltre un misterioso scambio fra Cristo e l’uomo: “Questi dona a Cristo la sua umanità, perché Egli se ne possa servire come strumento di salvezza, quasi facendo di quest'uomo un altro se stesso” (Dono e Mistero, cap. VIII). Il sacerdozio è strettamente legato all’Eucarestia, da cui prende forza e sostegno: “Il sacerdozio, fin dalle sue radici, è il sacerdozio di Cristo. E Lui che offre a Dio Padre il sacrificio di se stesso, della sua carne e del suo sangue, e con il suo sacrificio giustifica agli occhi del Padre tutta l'umanità e indirettamente tutto il creato. Il sacerdote, celebrando ogni giorno l'Eucaristia, scende nel cuore di questo mistero” (Dono e Mistero, cap. VIII). Nell’azione sacramentale, aggiunge il Papa, il prete agisce “in persona Christi”, attraverso la potenza dello Spirito Santo, cioè l’uomo non fa nulla se non per grazia di Dio: in questo senso si spiega anche la prima affermazione sul sacerdozio come amministrazione. Scrive il Papa: “Questi agisce veramente in persona Christi. Quello che Cristo ha compiuto sull'altare della Croce e che prima ancora ha stabilito come sacramento nel Cenacolo, il sacerdote lo rinnova nella forza dello Spirito Santo. Egli viene in questo momento come avvolto dalla potenza dello Spirito Santo e le parole che pronuncia acquistano la stessa efficacia di quelle uscite dalla bocca di Cristo durante l'Ultima Cena” (Dono e Mistero, cap. VIII). (Agenzia Fides 05/04/2005)