Colombo (Agenzia Fides) – In una situazione sociale e politica tesa, in cui settori della società civile chiedono al governo di fermare la discriminazione dei cittadini di etnia tamil, resta aperto in Sri Lanka anche il fronte della violenza sulle minoranze religiose da parte di frange buddiste estremiste. Come appreso da Fides, nei giorni scorsi, un Pastore cristiano protestante e sua moglie sono stati aggrediti e trascinati fuori casa da una folla guidata da monaci buddisti che intimava loro di fermare le attività e i servizi di culto cristiano. L’attacco è avvenuto ad Asgiriya, nel distretto di Kandy, nel centro dell’isola. La folla di oltre 250 persone, guidata da una decina di monaci dell’organizzazione buddista estremista “Bodu Bala Sena” ha fatto irruzione nell’abitazione della coppia, appartenente alla “Chiesa delle Grazie”. I due sono stati maltrattati e percossi, definiti “traditori” e minacciati. I monaci buddisti hanno minacciato anche gli abitanti dei villaggi nella provincia di Sabaragamuwa, ordinando loro di non sostenere e di non frequentare il Pastore. In risposta all’aggressione, alcuni cristiani locali hanno scritto una petizione e raccolto firme chiedendo alle autorità della provincia di difendere il loro diritto la culto e la libertà di religione.
Come riferito a Fides dalla “National Christian Evangelical Alliance” dello Sri Lanka, due chiese e un centro di preghiera cristiano sono state attaccati nel gennaio scorso da una folla di buddisti, affermando che erano edifici illegali e che miravano a fare proselitismo. Dopo questi episodi, una imponente marcia per la pace e per la libertà religiosa si è tenuta nella capitale Colombo (vedi Fides 29/1/2014). In Sri Lanka, su una popolazione per oltre il 70% buddista, i cristiani sono il 6,1%, i musulmani sono il 9,7%, gli indù il 12,6%. (PA) (Agenzia Fides 11/3/2014)