ASIA/INDIA - Eliminare la discriminazione religiosa nelle adozioni dei bambini: l’appello dei cristiani in India

venerdì, 22 ottobre 2004

New Delhi (Agenzia Fides) - I cristiani in India chiedono una profonda revisione e modifica della legge sulle adozioni, ritenuta ingiusta e discriminatoria. Infatti, secondo un provvedimento normativo in vigore da oltre un secolo, solo gli appartenenti alla religione indù possono adottare legalmente un bambino e per i membri delle altre religioni la trafila è lunga e difficile. Intanto nel paese vi sono oltre 44 milioni di minori abbandonati e indigenti.
Secondo l’natica legge sulle adozioni tuttora vigente, solo se un bimbo viene adottato da un indù egli ottiene diritti pari a quelli di un figlio naturale, nato da una regolare unione matrimoniale. Se invece l'adozione viene effettuata da appartenenti a comunità di fedi diverse religiose (sikh, cristiani, musulmani etc,), essa non viene legalizzata, ma considerata una sorta di “affido”, che non potrà mai trasformarsi in adozione vera e propria. Il bimbo in questo caso resta privo di diritti con notevoli conseguenze negative. In particolare, alla morte del genitore adottivo, il bimbo non potrà vantare diritti ereditari uguali a quelli dei figli naturali.
Già negli anni ’70 si è sviluppato un movimento per la modifica della legge sulle
Adozioni, che chiedeva di creare una procedura uniforme per tutti. Più volte il progetto di modifica delle legge è giunto in Parlamento senza mai concludersi positivamente. Ora, con il nuovo governo del Congress Party, le minoranze religiose, fra le quali la comunità cristiana, sperano di potere ottenere una sostanziale modifica alla legge, eliminandone ogni dettato discriminatorio.
Il problema si è posto spesso anche per gli stranieri intenzionati ad adottare un bambino in India. Ma in talk caso l'ostacolo è stato in qualche modo aggirato: essi ottengono in India solo “l’affido” ma, una volta tornati nei loro paesi, provvedono a chiedere il riconoscimento dei diritti legali dei bambini loro affidati.
(PA) (Agenzia Fides 22/10/2004 righe 31 parole 343)


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