AFRICA/CONGO RD - “Una campagna elettorale inconsistente, che rischia di sfociare in rivolte dopo le elezioni”: la preoccupazione dei missionari

sabato, 19 novembre 2011

Kinshasa (Agenzia Fides) - “Facendo una prima valutazione della campagna elettorale in corso, si vede chiaramente che i politici stanno conducendo una campagna senza consistenza” afferma la “Rete Pace per il Congo” in una nota inviata all’Agenzia Fides sulle elezioni presidenziali e legislative che si terranno nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) il 28 novembre. “È un fatto innegabile che questa campagna elettorale sia iniziata in un clima di alta tensione e di intolleranza politica. Si sta assistendo a provocazioni, invettive contro l’uno o l’altro candidato, sterili polemiche e inutili slogan” afferma la “Rete” promossa dai missionari che operano nella RDC. Il clima di tensione elettorale è stato di recente condannato anche dal Cardinale Laurent Monsengwo Pasinya, Arcivescovo di Kinshasa (vedi Fides 11/11/2011).
“La persistenza della frammentazione del panorama politico e la molteplicità delle candidature fa pensare che ciascuno abbia adottato un atteggiamento di attesa, in vista di una futura negoziazione con i(l) vincitori(e)” afferma la nota. Per le elezioni legislative si sono registrati oltre 18.000 candidati, contro i circa 10.000 delle precedenti elezioni. Questi candidati appartengono a 417 partiti politici, riconosciuti dal Ministero dell’Interno ad agosto, contro 203 partiti nel 2006. Per quanto riguarda le elezioni presidenziali, vi sono solo 11 candidati contro i 33 del 2006. Un motivo potrebbe essere il fatto che la cauzione elettorale per i candidati alle presidenziali è aumentata da 50.000 a 100.000 $ (non rimborsabili).
Sulla base dei risultati apparsi sul sito della CENI (Commissione Elettorale Indipendente), gli unici candidati alla presidenza che potrebbero ostacolare la rielezione del Presidente uscente, Joseph Kabila, sono Vital Kamerhe e Etienne Tshisekedi. Il primo, ex sostenitore del Presidente Kabila, separatosi da lui nel dicembre 2010, presenta un gran numero di candidati per la Camera dei Deputati in tutte le regioni del Congo e non solo nel Kivu, dove gode di una vasta popolarità. Per quanto riguarda Etienne Tshisekedi, figura di spicco della vecchia opposizione in Congo-Zaire, che non si era presentato alle elezioni del 2006, costui ha scelto la strategia della tensione e dell’ambivalenza, anche agitando strumentalmente l’idea di una "primavera araba" nella RDC. Il suo mitico nome mobilita le folle, ma anche i ragazzi di strada conosciuti come "pomba" (i giovani che praticano arti marziali) o "Kuluna" (giovani sbandati armati spesso di coltelli e machete).
La rielezione di Kabila è giudicata probabile da diversi oppositori ma, avverte la nota, “esiste un forte rischio che, dopo le elezioni, scoppino disordini non solo a Kinshasa, ma anche in altre province. Sarebbe una grave irresponsabilità dell’opposizione se decidesse di fomentare l’odio con l’unico scopo di screditare Joseph Kabila agli occhi della popolazione e all’estero. In questo tipo di gioco è il Congo che ci perderebbe, perché, in preda alla rivolta, si troverebbe con un Presidente incapace di costituire un governo efficace, impossibilitato a continuare la ricostruzione del Paese, già molto lenta, e incapace di conservare la sua unità, non potendo disporre di forze di sicurezza affidabili, perché composte, soprattutto nel Kivu, da ex ribelli mal integrati. Non è da escludersi, per il dopo elezioni, che tale scenario catastrofico possa purtroppo diventare realtà” conclude la nota. (L.M.) (Agenzia Fides 19/11/2011)


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