AFRICA/SUDAN - Fermare le violenze che colpiscono i civili inermi: appello del Forum Ecumenico del Sudan

martedì, 14 giugno 2011

El Obeid (Agenzia Fides) – A meno di un mese dalla nascita del Sud Sudan come stato indipendente, una nuova crisi umanitaria rischia di scoppiare nei territori. In un comunicato diffuso da ANS si legge che il Forum Ecumenico del Sudan (SEF), una rete di pace di tutte le Chiese cristiane presenti nel paese, invoca l’intervento immediato delle agenzie internazionali per fermare le violenze che colpiscono i civili inermi. Secondo le Nazioni Unite 40 mila persone sono in fuga dallo stato del Kordofan meridionale, e in particolare dalla città di Kadugli, a causa degli scontri tra l’esercito del nord, le “Sudan Armed Forces” (SAF), e i membri del gruppo armato degli ex ribelli del sud, il “Sudan People’s Liberation Army” (SPLA) (vedi Fides 7/6/2011 e 9/6/2011). Bombardamenti sono stati sentiti sulla città di Kauda e sulle aree di Heiban e Um Dorain. Aerei a bassa quota terrorizzano gli sfollati che cercano riparo presso la sede della Missione delle Nazioni Unite in Sudan (MINUS), posta al confine nord di Kadugli. Da circa una settimana molte persone della città sono chiuse nelle loro case, senza cibo né acqua, per paura degli attacchi, mentre chi si è rifugiato fuori città, sulle alture dei Monti Nuba, è adesso braccato dagli elicotteri.
Secondo un comunicato diffuso dal FES, alcuni testimoni riportano che le truppe delle SAF stanno attraversando Kadugli casa per casa, alla ricerca di sospetti, che a volte vengono direttamente uccisi sul posto, e anche le forze dell’SPLA sono accusate di atrocità. “La comunità internazionale, guidata dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU, con il sostegno esplicito e determinato in particolare di Cina, Stati Uniti, Unione Africana, Lega Araba e Unione Europea, deve urgentemente adottare tutte le misure per fermare le ostilità, proteggere i civili e permettere l’accesso umanitario a tutte le parti del Sud Kordofan, come primo passo per ri-coinvolgere le fazioni in conflitto politico e militare, alla ricerca di una soluzione negoziata” ha dichiarato il Co-Presidente del FES, Eberhard Hitzler.
Nello stesso comunicato si fa presente tra le priorità la creazione immediata di una “no-fly zone” sullo stato del Kordofan, mettere gli operatori internazionali in condizione di poter portare soccorso, e offrire adeguata protezione ai civili nella missione delle Nazioni Unite di Kaduqli. Attualmente le violenze, i saccheggi e gli incendi stanno mettendo in pericolo la vita di oltre 300 mila persone che abitano nel Kordofan. La città di El Obeid, nel centro del paese, dove i salesiani sono presenti con un’opera, è divenuta meta di rifugio per molti sfollati. La situazione è comunque difficoltosa e, nel clima di tensione, le attività scolastiche sono state sospese. (AP) (14/6/2011 Agenzia Fides)


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