AFRICA/SUDAFRICA - Molte difficoltà per un’adeguata assistenza sanitaria ai bambini sieropositivi e alle loro madri

lunedì, 21 giugno 2010

Johannesburg (Agenzia Fides) – Nonostante il Sudafrica sembrava aver quasi raggiunto l’accesso ai servizi sanitari per le donne incinte e i loro figli, i tassi di mortalità materna e infantile continuano a crescere, rendendo sempre più remota la possibilità di raggiungere l’obiettivo del Millennio (MDGs) sulla salute materno-infantile. Una nuova ricerca a livello nazionale, Health of our Children in South Africa, realizzata dallo Human Sciences Research Council (HSRC) insieme a numerosi partner, compreso l’Unicef e il Centre for Aids Development, Research and Evaluation (CADRE), conferma che l’HIV/AIDS costituisce la prima causa di morti materne, e il 35% dei decessi di bambini con meno di cinque anni di età. La scarsa qualità delle cure, il basso tasso di immunizzazione delle malattie prevenibili come morbillo, difterite e polio, e le scorrette pratiche alimentari infantili contribuiscono alla salute precaria delle donne incinte e dei bambini nel paese. La causa principale delle infezioni Hiv tra i bambini di circa 12 anni è la trasmissione sessuale, una bambina su sette, e un bambino su 10 tra i 12 e i 14 anni hanno già rapporti sessuali. Oltre un quarto delle bambine tra i 12 e i 18 anni fa sesso con partner molto più grandi di età, mettendole a serio rischio di contrarre l’Hiv. Il 3,3% dei bambini sieropositivi con meno di quattro anni sono stati contagiati dalle rispettive madri. Una minima prevalenza di Hiv del 2,1% tra i bambini con meno di 2 anni conferma che il programma di prevenzione materno-infantile sta avendo un impatto positivo. Sul 97% delle donne incinte che hanno avuto accesso alle cure prenatali, il 95% sono state sottoposte al test dell’Hiv. Le nuove direttive sanitarie nazionali del Sudafrica includono il trattamento con gli antiretrovirali per tutti i bambini sieropositivi con meno di un anno di età, e per le donne incinte sieropositive con un CD4 (misura del sistema immunitario) di 350 o meno, che, se applicati adeguatamente potrebbero notevolmente ridurre i tassi di mortalità materno-infantile. (AP) (21/6/2010 Agenzia Fides)


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