ASIA/PAKISTAN - “Revisione” o “revoca”? La “legge sulla blasfemia” accende il dibattito nella società

lunedì, 15 febbraio 2010

Lahore (Agenzia Fides) – Alcuni ne vorrebbero una “revisione”, come il Ministro Federale per gli Affari delle Minoranze, Shahbaz Batti; altri ne chiedono la cancellazione immediata, come l’Arcivescovo di Lahore, Mons. Lawrence Saldanha e la Commissione “Giustizia e Pace”; la Conferenza degli “Jamiat Ulema del Pakistan” (JUP) la ritiene invece “intoccabile” e minaccia dure proteste in caso contrario.
La “Legge sulla blasfemia” – che include gli articoli 295b, 295c, 298a, 298b e 298c del Codice Penale pakistano e prevede il carcere o anche la pena capitale per quanti insultano o dissacrano il nome del Profeta Maometto e del Corano – continua a destare un acceso dibattito nella società pakistana.
Il tema – da tempo sollevato dalla comunità cristiana – è tornato all’attenzione dell’opinione pubblica dopo un intervento del Ministro per le Minoranze, Shahbaz Batti. Questi, parlando negli Stati Uniti a una conferenza promossa da organizzazioni cristiane come Voice of Martyrs, “Christian Solidarity Worldwide”, si è detto favorevole a una “revisione” della legge, affermando che “il governo ha in mente di modificarla”. “La riconciliazione religiosa è una delle priorità del Presidente Asif Ali Zardari”, ha detto, e la revisione della legge è uno degli strumenti per conseguire questo obiettivo. Il Ministro, di fede cattolica, ha reso noto che “sono in corso colloqui con tutte le parti politiche per produrre tale revisione entro la fine del 2010”, con l’obiettivo di “cancellare le discriminazioni contro le minoranze religiose e promuovere l’armonia interreligiosa”.
Il progetto di revisione andrà nel senso di prevenire gli abusi, punendo quanti formulano false accuse: si intende dare ai giudici il potere di investigare preventivamente i casi denunciati, appurandone la validità, prima di formulare formali accuse di blasfemia.
La posizione di Batti ha generato malcontento e proteste fra le comunità cristiane in Pakistan. Mons. Lawrence Saldanha ha confermato a Fides che “i cristiani chiedono l’abolizione della legge, che è iniqua e discriminatoria”, ricordando che la Commissione “Giustizia e Pace” ha lanciato una petizione pubblica, chiedendo firme per la revoca della legge.
Anche Nazir S. Bhatti, Presidente del “Pakistan Christian Congress” (PCC) ha sottolineato che “20 milioni di cristiani pakistani da sempre chiedono l’abolizione della Legge sulla blasfemia, che viene utilizzata dai gruppi musulmani per colpire le minoranze”, affermando che il PCC è pronto a ricorrere alla Corte Suprema del Pakistan.
Nel dibattito è intervenuta anche la Conferenza degli “Jamiat Ulema del Pakistan”, in rappresentanza di oltre 30 partiti religiosi presenti del paese. La Conferenza ha detto in modo perentorio che “nessuno ha il potere di toccare la legge sulla blasfemia”, mettendo in guardia il governo: “Lanceremo una vasta protesta se i nostri legislatori porteranno avanti questi disegni profanatori di modifica”, ha ammonito la Conferenza.
“Gruppi musulmani integralisti si sono sempre opposti fortemente a ogni progetto di revisione o revoca della legge”, notano fonti di Fides in Pakistan. “Dunque il cammino sarà molto lungo e difficile”. (PA) (Agenzia Fides 15/2/2010 righe 32 parole 324)


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