AFRICA/SUDAN - “Mi ha colpito l’entusiasmo e la gioia delle persone per la loro fede”: un giovane americano dopo un’esperienza missionaria in Sudan

sabato, 23 gennaio 2010

Torit (Agenzia Fides) – Dal 9 al 23 gennaio, tre giovani degli Stati Uniti d’America si sono recati nella diocesi di Torit, nel Sud Sudan, per collaborare alle attività missionarie parrocchiali ed al Ritiro eucaristico per i giovani intitolato “Pane di Vita”, nelle città periferiche di Nimule e Loa. L’esperienza missionaria è stata organizzata da Fr. Herald J. Brock, CFR, che attualmente è missionario nella diocesi di Torit, dove la Chiesa sta dedicando ogni sforzo alla ricostruzione, in un ambiente di povertà estrema, dopo le devastazioni di più di 20 anni di guerra civile.
Come spiega il sacerdote, in una nota inviata all’Agenzia Fides, i giovani sono arrivati a Kampala, in Uganda, il 9 gennaio, e dopo una sosta al Santuario dei Martiri ugandesi, hanno proseguito il viaggio per il Sudan. Nelle città di Nimule e Loa, in Sudan, Fr. Herald ha celebrato la Santa Messa cui è seguita l’esposizione del Santissimo Sacramento, mentre i giovani dell’équipe missionaria si preoccupavano di coordinare le relazioni, le attività, la preghiera e il canto. Un folto gruppo di 125 giovani ugandesi ha partecipato al Ritiro eucaristico, una sera c’erano 700/800 persone in attesa della proiezione di un film sui martiri ugandesi.
Uno dei tre giovani americani, Mario Dance, ha parlato delle sue impressioni dopo questa esperienza missionaria: “L’aspetto della missione che mi ha colpito di più è stato l’entusiasmo e la gioia per la fede delle persone che ho incontrato. Molte persone negli Stati Uniti d’America sono fortemente tentate di abbandonare la loro fede quando si trovano di fronte prove, difficoltà o tragedie. Qui la gente convive ogni momento con prove e tragedie, e sono molto più ricchi di gioia e di fede rispetto a quanti di noi in America hanno ogni bene materiale”. Il giovane missionario ritiene che ciò sia dovuto alla loro comprensione della croce, “così la loro fede sembra essere allo stesso tempo più semplice e più profonda”, e confida che questa esperienza ha reso più profonda la sua passione per la missione, confermando la chiamata ad una vita missionaria.(AR) (Agenzia Fides 23/01/2010)


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