ASIA/MALAYSIA - Attesa a fine anno la sentenza per la controversia fra Chiesa e governo sul termine “Allah”

giovedì, 17 dicembre 2009

Kuala Lampur (Agenzia Fides) – Grande attesa nella comunità cattolica per conclusione della controversa vicenda sull’utilizzo del termine “Allah” nella pubblicazioni cristiane.
La Corte Suprema della Malaysia ha infatti reso noto che il 30 dicembre emetterà il verdetto per il ricorso giudiziario avviato dalla Chiesa cattolica contro il governo malaysiano nel febbraio 2009. Il ricorso era scattato dopo il veto imposto dall’esecutivo di usare a parola “Allah” per riferirsi a Dio – comunemente in uso in lingua malay – sulle colonne del settimanale cattolico “Herald”
Come la Chiesa malaysiana comunica a Fides, le parti hanno esposto le loro ragioni alla Corte e la sentenza è dunque fissata entro la fine dell’anno. La Chiesa ha spiegato alla Corte che che, in lingua malay, esiste solo il termine “Allah” per riferirsi a Dio, affermando che è dunque incostituzionale applicare restrizioni linguistiche o di culto ai cristiani malaysiani che si esprimono in lingua malay.
Secondo il governo, ogni abuso del termine “Allah”, costituisce un insulto alla religione ufficiale del paese (l’islam) e alla Costituzione federale. “I ricorrenti – ha sottolineato l’esecutivo malaysiano – non hanno provato che la restrizione imposta lede la loro libertà di culto o di religione”. Il divieto intende solo tutelare l’islam, si afferma.
Secondo gli osservatori, il caso costituirà un precedente per stabilire se il Ministero degli Interni può intervenire su questioni di dottrina inerenti la vita delle comunità religiose e influenzare pesantemente la loro libertà.
Nelle scorse settimane la polizia malaysiana ha sequestrato oltre 15mila bibbie provenienti dall’Indonesia– creando sconcerto e stupore nella comunità cristiana –perché nella traduzione del testo esse contenevano il temine “Allah” per indicare Dio. Le bibbie erano destinate ai fedeli cristiani nella regione malaysiana di Sarawak. (PA) (Agenzia Fides 17/12/2009 righe 28 parole 287)


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