AFRICA/CONGO RD - Continua l’offensiva dell’esercito congolese contro i ribelli ugandesi dell’LRA: liberati oltre 100 ostaggi rapiti all’inizio di giugno

lunedì, 15 giugno 2009

Kinshasa (Agenzia Fides)- L’esercito congolese ha liberato oltre 100 persone che erano state rapite dai ribelli ugandesi dell’Esercito di Resistenza del Signore (LRA) il 2 giugno dal villaggio di Dakwa, a 200 chilometri dal confine con la Repubblica Centrafricana. Nell’attacco, condotto mentre gli abitanti del villaggio stavano celebrando un funerale, i membri dell’LRA hanno saccheggiato diverse abitazioni e la missione cattolica, ed hanno rapito circa 200 persone. L’esercito congolese è riuscito quindi a liberare solo una parte dei prigionieri, con un’operazione che rientra in un’offensiva più ampia condotta dalla forze armate locali con l’appoggio dell’intelligence ugandese.
L’LRA infatti ha ormai stabilito le sue più importanti basi di operazione nella provincia Orientale, nel nord-est della Repubblica Democratica del Congo. Dopo il fallimento dell’operazione militare congiunta, condotta a dicembre dall’esercito congolese insieme a quello ugandese e sud- sudanese contro il Quartier Generale del leader dell’LRA, Joseph Kony, nella foresta di Garamba, i guerriglieri hanno avviato una serie di rappresaglie contro la popolazione civile congolese. Diversi villaggi sono stati attaccati e depredati, mentre una parte dei loro abitanti è stata rapita.
Il governo di Kinshasa ha risposto inviando nelle provincia Orientale nuove truppe e chiedendo l’appoggio della Missione delle Nazioni Unite in Congo (MONUC). Per ragioni diplomatiche e politiche, le truppe ugandesi si sono ritirate dal territorio congolese, ma continuano a fornire informazioni di intelligence al governo di Kinshasa sugli spostamenti degli uomini dell’LRA.
Grazie alla collaborazione tra Kinshasa e Kampala, i militari congolesi hanno inflitto gravi perdite alla dirigenza dell’LRA. Due dei più importanti collaboratori di Kony infatti sono stati uccisi in scontri con l’esercito congolese. Si tratta di Ocan Bunia, comandante di una brigata dell’LRA, e di George Labongo, che guidava l’intelligence di un’altra brigata della guerriglia. Bunia è stato ucciso il 27 aprile, ma solo negli ultimi giorni è stata resa nota la sua morte dopo che il corpo è stato identificato da alcuni suoi ex prigionieri. Labongo era accusato di aver commesso uno dei peggiori crimini nella storia dell’LRA, il massacro di oltre 300 persone (tra cui molte donne e bambini) nel campo per sfollati interni di Barlonyo, nel nord Uganda. La strage, che risale al 21 aprile 2004, è stata commessa in maniera particolarmente crudele. I civili furono infatti convinti dai ribelli, travestiti da soldati dell’esercito ugandese, a nascondersi nelle loro case, che furono poi date alle fiamme.
La collaborazione tra Uganda e RDC sul versante antiguerriglia non impedisce però che i due Stati vivano profondi contrasti sullo sfruttamento dei giacimenti di petrolio al di sotto del lago Albert, al confine tra i due Paesi. Le riserve petrolifere dell’area sono giudicate molte promettenti dagli esperti e stanno attirando l’attenzione di diverse società multinazionali e di diverse potenze extra-africane. (L.M.) (Agenzia Fides 15/672009 righe 37 parole 457)


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