ASIA/INDIA - No alla “talebanizzazione induista” dell’India, ammoniscono i Vescovi indiani

lunedì, 27 aprile 2009

News Delhi (Agenzia Fides) – Una vittoria del partito nazionalista indù “Bharatiya Janata Party” (BJP) alle elezioni in corso di svolgimento potrebbe portare a una deriva integralista in India e a una sorta di “talebanizzazione di stile induista” nel paese: è quanto affermano i Vescovi indiani guardando con preoccupazione il risorgere e la crescente influenza talebana nel vicino Pakistan. Nel mese in cui l’India sta celebrando il grande evento delle elezioni politiche (vedi Fides 17/4/2009), i Vescovi indiani, attraverso le parole del Portavoce della Conferenza Episcopale, p. Babu Joseph, mettono in guardia i credenti e tutta la popolazione dal pericolo che nel paese si possa ripetere un fenomeno simile a quanto avviene in Pakistan, pur se attraverso la diffusione di un’ideologia di stampo diverso, quella dell’induismo radicale. Il pericolo viene dall’ideologia dell’hindutva (“induità”) che, cavalcando un nazionalismo religioso, vuole distruggere la laicità e il pluralismo, trasformando l’India in una nazione dove viene accettata solo la religione indù.
P. Babu ha ricordato di recente che, nel periodo in cui il BJP è stato al governo nella Federazione indiana, ha iniziato a modificare la Costituzione e ha cercato di limitare, se non di eliminare, i diritti delle minoranze culturali e religiose che da sempre hanno fatto parte del tessuto sociale indiano.
“Se quei diritti e quelle conquiste fossero messe in discussione – ha detto il Portavoce – molte istituzioni come scuole e ospedali che appartengono alla Chiesa cattolica potrebbero essere costrette a chiudere”.
Il problema, ha segnalato, è che nella fase delle elezioni in India si risveglia il fenomeno del cosiddetto “comunitarismo”, che vede le diverse comunità etniche, religiose e culturali arroccarsi non solo per difendere i propri diritti e le prerogative acquisite ma, come nel caso dei movimenti integralisti indù, per eliminare quelle altrui a proprio vantaggio. A questo fenomeno va ricondotta la campagna di aggressione e di intimidazione verificatasi nei mesi scorsi nello stato di Orissa verso le minoranze cristiane, che ha sconvolto e modificato gli equilibri nella società civile di quello stato, suonando un campanello d’allarme per l’intera nazione.
La diffusione e l’opera di gruppi estremisti indù, nota p. Joseph, si può paragonare per estensione e aggressività a quella dei talebani in Pakistan, e deve essere fermata con ogni mezzo dal governo e dalle istituzioni, che hanno il dovere di proteggere tutti i cittadini, qualunque fede professino e a qualunque comunità appartengano.
D’altro canto, sottolinea p. Joseph, “la parte sana delle comunità religiose da tempo sta operando per la riconciliazione e la pace: fedeli indù e cristiani stanno lavorando fianco a fianco per la ricostruzione di case e di chiese distrutte dalla furia dei militanti radicali, e questo spirito fa ben sperare”. (PA) (Agenzia Fides 27/4/2009 righe 28 parole 289)


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