ASIA/PAKISTAN - Un insegnante musulmano fra i torturatori e omicidi del giovane cattolico Javed Anjum, vittima dell’intolleranza musulmana

martedì, 18 maggio 2004

Faisalabad (Agenzia Fides) - Perseguire legalmente i responsabili dell’omicidio, pregare per tutte le vittime del fanatismo e dell’intolleranza. Sono i due impegni che la Chiesa in Pakistan ha preso all’indomani della morte di Javed Anjum, il giovane cattolico torturato e ucciso da fondamentalisti islamici per non aver voluto rinnegare la sua fede cristiana.
“Siamo molto tristi, ma abbiamo grande fede. La comunità è scossa edificata dall’esempio di Javed”, ha detto in un colloquio con l’Agenzia Fides S. Ecc. Mons, Joseph Coutts, illustrando i piani della comunità locale per i prossimi mesi.
“Da un alto - ha detto il Vescovo a Fides - offriremo tutto il sostegno necessario alla famiglia di Javed per l’azione legale contro i responsabili dell’assassinio. E’ stato commesso un omicidio e va perseguito con tutti gli strumenti della giustizia ordinaria, secondo la legge. La polizia ha già arrestato uno dei sospetti autori del crimine, un religioso musulmano, mentre la Commissione Giustizia e Pace della nostra Conferenza Episcopale seguirà il caso da vicino, fornendo tutto l’appoggio necessario”. Il leader musulmano arrestato è Ghulam Rasool, insegnante nella madrasa Jamia Hassan Bin Murtaza, nel villaggio di Tarandi, vicino a Toba Tek Sing, dove Anjum è stato torturato per cinque giorni.
La campagna di sensibilizzazione delle coscienze e di preghiera, dice a Fides il Vescovo, va avanti: “La comunità prega per i suoi martiri. In Pakistan, in special modo la nostra diocesi di Faisalabad è stata colpita negli ultimi anni da gravi episodi di intolleranza e fanatismo religioso. Stiamo preparando, per l’inizio del mese di giugno, una veglia di preghiera per ricordare tutte le persone che sono morte a causa della loro fede. L’anno scorso è stato il nostro sacerdote p. George Ibrahim ad essere ucciso”.
Intanto alla Chiesa pakistana si è unito un coro di numerose organizzazioni non governative nel mondo che denunciano la sofferenza dei cristiani nel paesi islamici e gli episodi di intolleranza anti-cristiana che si vanno ripetendo su scala mondiale.
Javed, 19 anni, originario di Quetta, è morto il 2 maggio scorso all’ospedale di Faisalabad con 26 ferite su tutto il corpo, inflittegli da parte di un insegnante e alcuni studenti di una scuola islamica. Il 17 aprile scorso si era fermato a Toba Tek Singh, 310 km a sud di Islamabad. Un insegnante e alcuni studenti della Jamia Hassan bin Almurtaza, una scuola religiosa islamica delle vicinanze, lo hanno catturato. Per 5 giorni è stato torturato finché le sue condizioni sono divenute così gravi che i suoi stessi torturatori lo hanno portato a una stazione di polizia, affermando che il giovane aveva cercato di rubare. La polizia lo ha condotto in ospedale, dove il giovane è morto per le gravi ferite e lesioni riportate. I funerali sono stati celebrati il 6 maggio da Mons, Joseph Coutts, Vescovo di Faisalabad.
(PA) (Agenzia Fides 18/5/2004 lines 43 words 437)


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